C’è uno spettro che sia aggira per i palazzi del potere a Washington, uno spettro malvagio che, pur essendo ebreo, ha fatto dell’antisemitismo celato da diplomazia, il suo stile di vita. Lo so, voi pensate a Carter. No, lo spettro è quello dell’ex Segretario di Stato Henry Kissinger.

L’ultima sparata il redivivo “statista” (come lo definisce l’agenzia iraniana Fars) l’ha fatta ieri in una intervista al Washington Post. Secondo l’ex (e mai compianto) Segretario di Stato la questione iraniana dovrebbe essere gestita solo dagli Stati Uniti i quali “non devono assolutamente imporre una linea rossa all’Iran” in quanto facendo questo “darebbero a Israele un termine oltre il quale si sentirebbe autorizzato ad attaccare”.

In sostanza Kissinger sostiene che la questione del nucleare iraniano deve essere risolta solo da USA e Iran  (niente 5+1, Onu, AIEA  soprattutto niente Israele). Punto. E come la vorrebbe risolvere Henry Kissinger questa annosa questione? Semplice, con le trattative.

Ma come, ci domandiamo noi, cosa hanno fatto fino ad ora? Sono forse servite a qualcosa le trattative? E poi, l’Iran minaccia di estinzione gli Stati Uniti oppure lo fa con Israele? E allora, perché Israele dovrebbe essere esclusa dalla soluzione a questo problema? La risposta la da lo stesso Kissinger il quale sostiene che gli Stati Uniti “non possono subappaltare una decisione così importante a Israele”. Insomma, questi israeliani vogliono distruggere il programma nucleare iraniano senza nemmeno parlare con gli Ayatollah e questo l’America non può permetterlo. Meglio che l’Iran abbia la bomba così magari Israele abbassa la cresta e rompe di meno a quel povero Obama, oberato da Netanyahu che continua a chiedergli la “linea rossa”.

Commenti entusiasti questa mattina sulla stampa iraniana dove Henry Kissinger viene definito “un grande statista”. E ti credo, un ebreo antisemita per gli Ayatollah è il massimo. Letteralmente un terno al lotto.

Adrian Nescemi