Adesso sapete cosa può fare la Fratellanza Musulmana in Europa

Il pogrom visto sulle strade di Amsterdam non è casuale e non è frutto della violenza di poche "teste calde"
9 Novembre 2024
pogrom amsterdam fratellanza musulmana

Questa volta non dobbiamo tacere. Il pogrom visto in olanda aveva le impronte digitali della Fratellanza Musulmana. Organizzazione, squadrismo che un giurista definirebbe implementato con “principio di gerarchia”, tutti al punto giusto nel momento giusto.

Non si può ridurre a “incidente sfuggito di mano” o alla “rabbia di giovani arabi”. Il pogrom dell’altra sera era organizzato nei minimi dettagli, come solo una organizzazione terroristica madre di Hamas può fare.

È vero che in questo momento il nemico più pericoloso per Israele e gli ebrei è l’Iran, ma il popolo persiano non è antisemita, lo sono gli Ayatollah e i Guardiani della Rivoluzione (IRGC). Nel mondo arabo avviene il contrario. Mentre i leader arabi cercano di uscire dal Medio Evo e si avvicinano a Israele, il popolo arabo rimane fortemente antisemita, non anti-israeliano, ANTISEMITA.

Tra le organizzazioni islamiche più pericolose – non solo per gli ebrei – c’è la Fratellanza Musulmana, sunniti estremisti che predicano e operano per un Califfato Globale libero da ebrei, cristiani, buddisti e da qualsiasi religione che non sia la loro. Hamas ne è una costola.

In altre occasioni ho avuto modo di dire che a mio parere, sebbene in questo momento l’Iran sia il nemico più palese per Israele, in realtà quello più subdolo e pericoloso è quello legato ad Hamas, cioè la Fratellanza Musulmana.

Vedrete che per quanto Israele farà per rendere la Striscia di Gaza libera da Hamas, non la renderà mai libera dalla Fratellanza Musulmana. Non si chiameranno più Hamas, ma si chiameranno “turchi”, “qatarioti” o si chiameranno “emiratini”, “marocchini” o “egiziani “, in qualsiasi modo si chiamino saranno sempre loro, i Fratelli Musulmani.

Ma Israele almeno si difende e sa come difendersi. Noi europei no. Noi li chiamiamo “musulmani moderati”, gli facciamo aprire moschee e centri culturali ovunque, scuole islamiche e via dicendo. Noi gli accogliamo felici e ci aspettiamo, crediamo, in una loro integrazione.

Poveri fessi. Si chiama “principio della gradualità”. La gradualità è la strategia centrale per i Fratelli Musulmani. L’insinuazione progressiva nelle società occidentali sta alla base della strategia operativa della Fratellanza Musulmana. Essi apparentemente rifuggono alla violenza, senza però mai condannarla apertamente, dando la falsa impressione di moderatezza e di apertura.

I fondamenti teologici della strategia della gradualità sono stati delineati da Sheikh Qaradawi che nelle sue linee guida ha ricordato come la Sharia (legge islamica) vada introdotta in maniera graduale persino nei Paesi islamici (nessun taglio di mani nei primi cinque anni).

Una guida scritta denominata “progetto” che prevede l’imposizione della Sharia in 12 fasi è stata ritrovata dall’FBI durante una operazione volta a sgominare una organizzazione che finanziava il terrorismo islamico in America.

Nel documento tra le altre cose si poteva leggere: «il processo di imposizione della Sharia (islamizzazione) in America deve essere una sorta di Grande Jihad volta a distruggere la civiltà occidentale dal suo interno e “trasportare” la loro case dalle mani dei miscredenti a quelle dei credenti in modo graduale».

Altri documenti scritti da Qaradawi sono venuti alla luce durante l’operazione condotta dall’FBI e hanno permesso di delineare con sufficiente precisione la “strategia della gradualità” della Fratellanza Musulmana. Detta strategia prevede due fasi principali:

  1. graduale sviluppo della comunità islamica in occidente
  2. progressiva diffusione dell’Islam nella sfera politica occidentale.

Vi ricorda qualcosa?

Ora, il pogrom anti-ebraico dell’altra sera è stato una dimostrazione di forza nel cuore dell’Europa, non implementata da quattro scalmanati ma da elementi che sapevano esattamente cosa fare. E se non c’è scappato il morto è solo perché non lo hanno voluto. GRADUALITA’, gradualità e ancora gradualità. Avrebbero sperperato il credito acquisito con il “martirio di Gaza”.

E poi l’ipocrisia. Quella di Avvenire, il giornale dei vescovi che titolava “L’attacco ai tifosi israeliani riapre la ferita dell’antisemitismo in Europa”. Come “riapre”. L’antisemitismo in Europa non è mai morto, specie e specialmente in una certa Chiesa cattolica che preferisce la Fratellanza Musulmana ai Fratelli Ebrei.

Abituiamoci a queste “prove di forza”. Il pogrom anti-ebraico visto l’altra sera è solo l’antipasto perché dopo quelli del sabato ci sono quelli della domenica.

Franco Londei

Esperto di Diritti Umani, Diritto internazionale e cooperazione allo sviluppo. Per molti anni ha seguito gli italiani incarcerati o sequestrati all’estero. Fondatore di Rights Reporter

Go toTop