Ci sarebbero almeno 11 morti, tra cui sette iraniani, nell’attacco israeliano in Siria avvenuto ieri sera come risposta al lancio di quattro missili dal territorio siriano verso Israele.
A riferirlo è un gruppo siriano che monitora la guerra in Siria.
Nessuna conferma su queste voci arriva da Gerusalemme che tuttavia conferma di aver preso di mira decine di siti collegati alla Forza Quds.
Tra questi, una struttura presso l’aeroporto internazionale di Damasco che Israele afferma essere stata utilizzata per coordinare il trasporto di hardware militare dall’Iran alla Siria e verso altri paesi della Regione.
«Abbiamo colpito un edificio gestito da iraniani all’interno dell’aeroporto di Damasco. Valutiamo che ci siano degli iraniani uccisi e feriti» a detto una fonte dell’esercito israeliano a condizione di rimanere anonimo.
È la stessa fonte a confermare che i jet israeliani hanno preso di mira anche basi della Forza Quds all’interno di complessi militari siriani e che quando la contraerea siriana ha preso di mira gli aerei israeliani, questi hanno reagito distruggendo le postazioni.
La Russia condanna l’attacco israeliano
Intanto la Russia ha duramente condannato l’attacco israeliano in Siria. Il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov ha affermato che gli attacchi israeliani in Siria sono stati «una mossa sbagliata» oltre ad essere «in netto contrasto con il diritto internazionale».
Bogdanov ha anche affermato che la Russia stava contattando i suoi alleati regionali per concordare quale risposta dare a Israele.
Ma le parole del viceministro della difesa russa non concordano con le dichiarazioni fatte ieri mattina dal comando dell’IDF il quale affermava di aver coordinato gli attacchi con Mosca.
Esercito israeliano pronto per una probabile rappresaglia iraniana
Questa mattina l’IDF ha affermato che si stava preparando per una probabile rappresaglia iraniana. «Ci stiamo preparando alla difesa e al contrattacco e risponderemo a qualsiasi tentativo di ritorsione», ha detto il portavoce dell’IDF Hidai Zilberman.
«Siamo pronti per tre scenari: nessuna risposta, una risposta minore e una risposta più significativa» ha poi aggiunto.