Ancora pioggia di soldi sui palestinesi. Il desalinatore di Gaza finanziato per la quarta volta

22 Marzo 2018

Ancora una pioggia di soldi europei sui palestinesi. Per la quarta volta si decide di finanziare un desalinatore nella Striscia di Gaza che però, secondo quanto ci rispondeva la Commissione Europea nel 2014 dando seguito a una nostra richiesta di chiarimenti, sarebbe in costruzione dal 2011 e sarebbe già stato finanziato con 10 milioni di euro.

Nei giorni scorsi la Commissione Europea insieme ad altri donatori (tra i quali la Turchia) ha stanziato la bellezza di 456 milioni di euro (559 milioni di dollari) dei quali buona parte destinati alla costruzione di un desalinatore che dovrebbe fornire alla popolazione di Gaza 55 milioni di metri cubi di acqua desalinizzata.

Dal 2011 è la quarta volta che un gran numero di fondi viene destinato alla costruzione di questo fantomatico desalinatore tanto che pure la Corte dei Conti Europea si è chiesta che fine abbiano fatto i soldi sin qui stanziati per quel progetto.

Il trucco per nascondere le donazioni europee

Dei 456 milioni di euro stanziati, ci spiegano alla UE, solo 77,1 milioni di Euro provengono però dall’Unione Europea mentre il resto proverrebbe da organizzazioni internazionali le quali tuttavia prendono soldi sempre dalla UE. Quindi, direttamente o indirettamente, sono sempre i contribuenti europei a pagare l’ennesima pioggia di denaro sui palestinesi, denaro che come sempre sparirà nel nulla senza che i progetti per cui quel denaro è stato stanziato vedano la luce.

Non è corretto ingannare i contribuenti europei con questi trucchetti contabili, considerando che anche i soldi stanziati dalla Turchia vengono dal fondo di tre miliardi stanziato dalla UE per i profughi siriani.

Crisi di Gaza reale, ma non si possono regalare soldi ai terroristi

crisi acqua gaza

Intendiamoci, la crisi umanitaria che sta vivendo Gaza è reale, ne abbiamo parlato diverse volte. E’ vero che ci sarebbe bisogno di un grande desalinatore e soprattutto di una gigantesca bonifica delle acque reflue (costo totale del progetto 562,3 milioni di Euro) ma lasciare come sempre la gestione dei fondi ai palestinesi (che sia l’Autorità Palestinese, Hamas o la UNRWA poco cambia) vuol dire continuare a finanziare il terrorismo palestinese senza per questo risolvere la crisi di Gaza. Lo sanno benissimo a Bruxelles, hanno i conti dei soldi spariti nero su bianco, eppure continuano con la pratica di elargire fondi a pioggia senza controllarne l’effettiva destinazione. Per di più c’è un progetto proposto dagli USA, da Israele e da diversi Paesi arabi volto a risolvere la crisi di Gaza ma senza dare il controllo del denaro ai palestinesi. Non è un caso che proprio i palestinesi hanno boicottato la conferenza su Gaza svoltasi a Washington. Evidentemente per la UE non è sufficiente o quantomeno agli europei non va giù che a gestire il denaro non siano i palestinesi.

Antonio M. Suarez

Laureato in scienze politiche, consulente esterno per diverse agenzie governative. Esperto di questioni e dinamiche islamiche. Vive negli Stati Uniti

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