La notizia è di quelle che fanno sobbalzare. Centinaia di terroristi di Hamas attualmente residenti a Gaza non riceveranno più lo stipendio dalla Autorità Nazionale Palestinese (ANP).
Per essere precisi si tratta di 277 terroristi di Hamas ex detenuti in Israele e rilasciati a seguito dello scambio con il soldato Gilad Shalit che fino ad oggi avevano continuato a ricevere il vitalizio che la ANP riserva ai terroristi imprigionati. L’autorità Palestinese ha reso noto che da questo mese non riceveranno più alcun vitalizio.
Non è chiaro se la decisione della ANP sia da ricollegare alle tensioni con Hamas oppure alle forti pressioni internazionali affinché si metta fine alla pratica di garantire uno stipendio/vitalizio ai terroristi palestinesi e alle loro famiglie.
A renderlo noto ieri è stato Abdelrahman Shadid, una sorta di “sindacalista” dei terroristi palestinesi il quale ha detto che 277 terroristi di Hamas questo mese non hanno ricevuto lo stipendio dalla ANP. «Quando sono andati in banca per ritirare lo stipendio hanno scoperto che il denaro non era stato accreditato» ha detto Abdelrahman Shadid. «Abbiamo chiesto chiarimenti ma per il momento nessuno ci ha risposto».
Altri problemi per Hamas. Il Qatar non li vuole più sul suo territorio
Ma Hamas ha problemi ben più seri da superare. Ieri il Qatar ha consegnato alla dirigenza di Hamas una lista di nomi “non graditi” che praticamente racchiudono tutta la leadership del gruppo terrorista palestinese. In sostanza il Qatar ha deciso di non ospitare più i terroristi di Hamas sul proprio territorio. Hamas nega decisamente che il Qatar abbia “espulso” i terroristi sostenendo che l’intera leadership del gruppo terrorista si trova attualmente a Gaza per una libera scelta e non perché il Qatar ha deciso di non ospitarli più. Tuttavia fonti arabe confermano che il Qatar avrebbe tolto il suo sostegno ai terroristi di Hamas e voci non confermate sostengono che la decisione sarebbe arrivata a seguito di una azione legale israeliana contro la leadership di Hamas che potrebbe mettere in difficoltà il paese del Golfo.