A seguito dell’articolo “Conti in Svizzera per il giudice amico di Berlusconi” ci ha scritto la dott.ssa Maria Rosaria Grossi precisando alcune importanti cose e smentendo nel modo più categorico qualsiasi coinvolgimento con il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, oltre che nelle altre questioni riportate dall’articolo.

Come è giusto che sia noi pubblichiamo la rettifica impegnandoci a verificare con la diretta interessata le informazioni che circolano a mezzo stampa sul suo conto e, nel caso, a contribuire a dipanare completamente la questione anche e soprattutto per difendere il Diritto della dott.ssa Grossi e di tutte le persone che si trovano nella sua stessa condizione, a non essere sbattute in prima pagina come se fossero dei mostri. E’ uno degli obbiettivi che ci siamo preposti con la nostra associazione e con la creazione del progetto Free Italian Press. Quelle di seguito sono le precisazioni fatteci pervenire dalla dott.ssa Grossi che ringraziamo per la cortese collaborazione.

Comunicato di rettifica

“La dott.ssa Grossi smentisce categoricamente di intrattenere rapporti con il Presidente Berlusconi e soprattutto di essere stata da lui “comprata”. Il reato di  corruzione non le è mai stata contestato ed ogni ipotesi  accusatoria formulata al riguardo è stata ritenuta infondata dalla Guardia di Finanza, dal P.M. e da due GIP.

La stessa esclude nel modo più categorico di avere detenuto danaro all’estero e di essere sotto inchiesta per evasione fiscale.

Chiarisce che il P.M., dott. Salamone, ha chiesto l’archiviazione per tutti i reati ascrittile e che il GIP, dott. Gurini, ha accolto la richiesta per il reato di abuso d’ufficio, fissando udienza per discutere dell’archiviazione anche del reato di “tentata” concussione, non di concussione consumata.

Chiarisce di non essere stata nel “mirino degli inquirenti” per i suoi rapporti con Berlusconi. Precisa, in proposito, che non è vero che la vicenda Mondadori le sia stata  assegnata (da chi, poi?) perché aveva una relazione con l’avv. Giordano, poiché lo ha conosciuto nel 1991 e la vicenda Mondadori risale al gennaio 1990.

Quanto alla vendita alla Mondadori della Radio 101, questa (e il relativo prezzo) è stata decisa dalla Procura della Repubblica di Milano all’esito di una gara telematica.  La presenza della dott.ssa Grossi alle trattative relative non alla vendita,  bensì al versamento del prezzo alle procedure danneggiate dalla famosa dott.ssa Gocini, aveva la precisa funzione di garantire le procedure ed era stata voluta dal presidente della sezione fallimentare di Milano.

Quanto ai terreni adiacenti a Villa Certosa, è stato un Collegio composto da tre giudici, e non la sola dott.ssa Grossi, a decidere all’unanimità che la società Arcado restasse proprietaria dei suoi beni.  Sia la dott.ssa Grossi che il Tribunale di Milano sono completamente estranei ai passaggi successivi dei terreni”.