Ieri il Procuratore capo della Corte Penale Internazionale (ICC – CPI), Fatou Bensouda, ha annunciato di aver raccolto sufficienti elementi per aprire una indagine contro Israele per crimini di guerra commessi in Giudea e Samaria e nella Striscia di Gaza.
L’indagine della Corte Penale Internazionale è partita a seguito di una denuncia della Autorità Nazionale Palestinese, che non avrebbe nessun titolo a farlo in quando la Palestina è una entità inesistente come giustamente fa notare il Segretario di Stato americano Mike Pompeo e in quanto Israele non ha mai aderito alla CPI.
«Non crediamo che i palestinesi si qualifichino come stato sovrano, e quindi non sono qualificati per ottenere la piena appartenenza o partecipare come stato a organizzazioni, entità o conferenze internazionali, compresa la CPI» ha detto Pompeo in un Twitt aggiungendo che gli USA si opporranno a questa decisione.
Durissima anche la reazione del Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il quale ha affermato che «la Corte Penale Internazionale, di cui Israele non è membro, non ha giurisdizione in questo caso e con questa decisione ha trasformato il tribunale dell’Aja in uno strumento politico per delegittimare lo Stato di Israele».
Nella sua dichiarazione la sig.ra Fatou Bensouda si è detta “soddisfatta” di aver raccolto elementi sufficienti a fornire la base per una inchiesta e che «non vi sono ragioni sostanziali per ritenere che un’indagine non servirebbe gli interessi della giustizia».

I presunti fatti che la Corte Penale Internazionale ha esaminato riguardano avvenimenti accaduti a Gerusalemme Est, in Giudea e Samaria e nella Striscia di Gaza a partire dal giugno 2014, cioè un mese prima dell’inizio della guerra tra Israele e Hamas.
Non risultano esserci indagini in corso sull’uso da parte di Hamas di civili come scudi umani, sull’uso di ambulanze per trasportare uomini armati e armi e sull’uso di depositi della UNRWA per stoccare missili.
Come del resto non risultano indagini a carico della Autorità Nazionale Palestinese per il continuo incitamento a commettere atti di terrorismo contro civili israeliani o per il fatto che i terroristi e le loro famiglie vengono “premiati” con lauti vitalizi.
Questo rende la decisione della Corte Penale Internazionale ancora più oltraggiosa in quanto dimostra non solo di usare due pesi e due misure, ma si palesa chiaramente come un attacco mirato e deliberato allo Stato Ebraico al solo scopo di delegittimarlo di fronte alla Comunità Internazionale visto che non essendo Israele membro del TPI non ricade sotto la sua giurisdizione e non c’è quindi alcun motivo per tale richiesta se non quella, appunto, della delegittimazione e del deliberato oltraggio.