Cosa sarebbe successo se il sindaco di Gerusalemme o quello di Tel Aviv avessero conferito la cittadinanza onoraria a Totò Riina definendolo un “prigioniero politico”? Naturalmente il Governo italiano avrebbe protestato con estrema veemenza e avrebbe avuto ragione.
Quello che è successo nei giorni scorsi a Palermo quando il sindaco della città siciliana, Leoluca Orlando, ha conferito la cittadinanza onoraria a Marwan Barghouti è la stessa cosa a fattori inversi. Barghouti non è un prigioniero politico, non è un “Mandela palestinese” come qualcuno lo ha definito, è uno dei più spietati assassini a sangue freddo della storia palestinese, un terrorista al soldo di mafiosi che per finanziare le loro attività trafficano con tutto, dalle armi alla droga, comandati da due degli uomini più corrotti della storia moderna, Yasser Arafat prima e Abu Mazen dopo.
Trovo assai curioso che i sindaci di due città italiane tra le più compromesse con la mafia e con la corruzione, Napoli e Palermo, conferiscano la cittadinanza onoraria a due personaggi che sono tra le massime espressioni di mafie, corruzione e terrorismo, Abu Mazen a Napoli e Marwan Barghouti a Palermo. Viene quasi da pensare che questi due sindaci sostengano solo a parole di voler combattere mafia e corruzione ma che in realtà ci vadano a braccetto.
Leoluca Orlando e Luigi De Magistris a nome e per conto delle città che rappresentano e quindi della loro gente hanno conferito la cittadinanza onoraria a due persone che sono la rappresentazione vivente di quello che loro, Orlando e De Magistris, dicono di voler combattere. E’ una contraddizione di proporzioni immense che è impossibile non notare. Se visto sotto questi termini si potrebbe pensare che gli abitanti di Palermo e di Napoli, rappresentati da Orlando e De Magistris, siano talmente abituati a vivere a contatto con corruzione, mafia e terrorismo da rendere due delle massime espressioni di questi orripilanti attività loro concittadini onorari.
In realtà non credo che sia così e che i cittadini di Napoli e Palermo siano persone perbene, per questo non mi spiego il loro sostanziale silenzio di fronte a queste assurde decisioni dei loro primi cittadini, quelli cioè che rappresentano le loro città. Possibile che nessuno abbia detto a Orlando e a De Magistris che non vuole il più grande terrorista del Medio Oriente e il più grande corrotto del mondo come concittadino? Alla fine sono loro a rimetterci, a dare l’impressione che in fondo tra corruzione, mafia e terrorismo ci vivano bene, tanto bene da tacere su tali gravissime decisioni.
Scritto da Noemi Cabitza