Com’era ampiamente prevedibile e previsto in Iran ha vinto Ebrahim Raisi, l’ex capo della magistratura iraniana che ha mandato a morte migliaia di oppositori del regime, ma anche normali persone che non si conformavano ai diktat religiosi dei Mullah.
È una bruttissima notizia per tutti, per chi voleva riaprire i colloqui sul nucleare iraniano, per chi all’interno dell’Iran sperava in un miglioramento delle condizioni di vita e, soprattutto, per chi sperava in un Medio Oriente più tranquillo.
Ebrahim Raisi è un serial killer che gode nel mandare a morte i propri giovani. Ha decimato il Movimento Verde, facendo sparire nel nulla migliaia di giovani ragazze e ragazzi.
E quando le loro madri andavano davanti al carcere almeno per reclamare il corpo dei loro figli, ha fatto malmenare e non di rado incarcerare anche loro.
Stretto confidente e consigliere del grande Ayatollah Ali Khamenei, fermo sostenitore del programma nucleare iraniano, uno degli artefici del potenziamento delle Guardie della Rivoluzione, è questo l’uomo che guiderà lo stato canaglia ai vertici del terrorismo islamico di matrice sciita.
Israele si prepara all’attacco
Alla notizia, per altro attesa, della vittoria di Ebrahim Raisi in Israele è cominciato il conto alla rovescia per l’attacco alle centrali nucleari iraniane.
«Non ci sarà altra scelta che tornare indietro e preparare piani di attacco contro il programma nucleare iraniano. Ciò richiederà budget e la riallocazione delle risorse» ha detto un alto funzionario della difesa a Yedioth Ahronot.
Si spera che Israele abbia già un piano per attaccare le centrali nucleari iraniane anche senza l’ausilio delle bombe anti-bunker americane.
Se non possono distruggerle, almeno le seppelliscano con tonnellate e tonnellate di macerie.
Era comunque inevitabile che si arrivasse a questo punto, anche perché l’Iran ormai è troppo avanti nel programma nucleare e difficilmente sarebbe tornata indietro, anche con un presidente diverso.
Adesso in buona parte dipende dal Presidente Biden che, si spera, capisca la gravità della situazione e non si faccia condizionare dalla estrema sinistra democratica.
Nel frattempo vedremo in quanti si congratuleranno con il serial killer del regime iraniano per aver ottenuto la poltrona più importante dopo quella di Khamenei.