Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta su Enav-Finmeccanica e sulle tangenti pagate ai politici, una inchiesta che sta coinvolgendo nomi importanti della politica italiana, da Casini e Cesa (UDC) a Matteoli, Alemanno, Gasparri e La Russa (Ex AN ora al PDL). Ma nessuno è escluso, anche Lega Nord, PD e PDL (Milanese, Floresta, Brancher) sono nominati nei verbali.
Sembra di essere tornati ai tempi di Tangentopoli e della “Prima Repubblica” (se mai c’è stata una Seconda Repubblica), quando le tangenti ai politici erano la norma e non l’eccezione, quando il sistema corruttivo e corrotto coinvolgeva tutto o quasi il sistema politico.
Gare d’appalto truccate, fondi neri per le mazzette ai politici creati con sovrafatturazioni che arrivavano al 60% dell’importo reale, erano i metodi usati normalmente in Finmeccanica. E’ quello che emerge dai verbali redatti dal PM Paolo Ielo e dagli uomini del Ros e dalle dichiarazioni dei testimoni che hanno deciso di collaborare con la giustizia. Un vero e proprio terremoto che si abbatte sia su Finmeccanica che sulla politica tutta.
Sono Lorenzo Cola (consulente globale di Finmeccanica) e Tommaso Di Lernia (proprietario della Print Sistem) a raccontare agli inquirenti come funzionava la macchina dei fondi ai politici di Finmeccanica. 200.000 euro in contanti consegnati da Di Lernia al tesoriere dell’UDC (Giuseppe Naro) il 2 febbraio 2010. E poi una lunghissima serie di operazioni volte a “rimediare soldi da dare ai politici” e altrettanti episodi di consegna di soldi ai politici stessi che sono a vaglio della magistratura ma che sembrano essere confermati. Insomma un sistema da Prima Repubblica nel bel mezzo della Seconda che coinvolge politici di primissimo piano di quasi tutti i partiti che fino a ieri andavano in televisione a blaterare di vecchia e di nuova politica, di prima e seconda repubblica, di moralità e di senso di responsabilità del mondo politico. Tutte balle, ora c’è quasi la certezza.
Non so bene perché, ma non riesco a stupirmi di quello che emerge dai verbali su Enav e Finmeccanica, cioè non riesco a stupirmi che, nonostante tutto, niente sia cambiato dai tempi di tangentopoli ad oggi. In fondo i nomi dei politici sono sempre gli stessi che c’erano allora.
Ed è proprio su questo che vorrei porre l’accento, sui nomi dei politici di punta di tutti i partiti italiani. Da oltre vent’anni sono sempre gli stessi. Da un’era geologica non si vede in Italia una faccia nuova che possa far credere e sperare che la politica stia veramente cambiando, oppure se c’è qualche faccia nuova è legata a doppio filo ai “vecchi marpioni” che comandano i partiti. In fondo la Prima Repubblica non è mai tramontata, ha solo cercato di rifarsi il look, ma la sostanza è rimasta invariata.
Brigitta Donati