Russia, Cina e Iran terranno a partire da oggi esercitazioni navali congiunte nell’Oceano Indiano e nel Mare dell’Oman. Lo hanno annunciato i rispettivi ministeri della difesa.
La Cina invierà il cacciatorpediniere lanciamissili Xining, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero, Wu Qian.
Non sono invece note le unità russe e iraniane che parteciperanno alle esercitazioni navali congiunte.
Da quanto si apprende le unità navali iraniane saranno quelle che fanno parte della flotta dei Guardiani della Rivoluzione Islamica e non della marina iraniana.
Un brutto segnale in un momento di alta tensione
Le esercitazioni navali congiunte tra Russia, Cina e Iran arrivano in un momento di forte tensione tra gli Stati Uniti e l’Iran dopo che Washington ha annunciato l’intenzione di voler creare una missione navale con i Paesi del Golfo per difendere le rotte del petrolio dopo che gli scorsi mesi l’Iran aveva attaccato alcune petroliere e bombardato le infrastrutture petrolifere saudite.
Ma quello che più salta all’occhio è il segnale che Russia e Cina mandano al mondo con queste esercitazioni con l’Iran.
Il portavoce del Ministero della Difesa cinese ha ammesso che Pechino «intende rafforzare la cooperazione militare con Teheran» e che questa esercitazioni sono solo un primo passo.
Anche la scelta di includere nelle manovre navali il Mare d’Oman non sembra casuale. Il Mare d’Oman infatti è collegato direttamente allo Stretto di Hormuz attraverso il quale passa circa un quinto del petrolio mondiale e che a sua volta si collega al Golfo Arabo.
Se Cina e Russia, come sembra, appoggiano le scelte iraniane (specie le più intrepide) sarà complicato anche per gli Stati Uniti garantire la sicurezza della navigazione nel Golfo Persico.
Per la Cina (più che per la Russia) l’Iran è un partner commerciale di fondamentale importanza. Proprio la Cina, secondo la compagnia di intelligence Kpler, acquista circa l’80% del petrolio iraniano e probabilmente lo fa a prezzi stracciati. Se l’Iran non è collassato sotto sanzioni lo deve a Pechino. E si sa, per salvaguardare i propri interessi i cinesi non guardano in faccia niente e nessuno.