Intorno all’estremismo islamico e alla reale minaccia che esso rappresenta c’è troppo politicamente corretto, troppe omissioni, troppe parole non dette o usate a sproposito.
Un terrorista islamico non viene mai definito “terrorista islamico”, cioè si fa molta attenzione a non affiancare la parola “terrorista” alla parla “islam”. Il più delle volte viene definito “psicopatico” e descritto come un pazzo isolato, una persona mentalmente disturbata e comunque mai legata al mondo islamico. Chi si azzarda a chiamare il terrorismo islamico con il suo nome nella migliore delle ipotesi viene definito islamofobo e razzista, nella peggiore lo chiamano razzista e nazista. Chi lancia allarmi sulla invasione islamica o sulla volontà da parte dell’islam di conquistare l’occidente viene immediatamente etichettato come populista, estremista di destra o addirittura come fomentatore d’odio razziale. Parlare chiaro sul pericolo rappresentato dall’estremismo islamico e dalla politica aggressiva e invasiva delle maggiori organizzazioni islamiche vuol dire molte volte finire nella lista nera dei moralizzatori, dei democratici con il culo degli altri.
Tutto questo politicamente corretto appare persino stucchevole di fronte alla prepotenza manifestamente islamica dimostrata da Erdogan, cioè dall’uomo simbolo di una delle più importanti organizzazioni islamiche del pianeta, quella Fratellanza Musulmana messa fuorilegge dai maggiori Paesi arabi come l’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti, ma incredibilmente accolta a braccia aperte in Europa. Le parole di Erdogan che invitano sostanzialmente a conquistare l’occidente con l’utero delle donne sono la dimostrazione di quale sia la politica della Fratellanza Musulmana e il silenzio delle istituzioni europee che ne è seguito e l’altrettanto chiara dimostrazione di come l’occidente sia succube e persino accondiscendente di fronte a tanta insopportabile prepotenza.
Il cosiddetto “mondo civile” trova molto più logico attaccare continuamente un baluardo della democrazia qual’è Israele piuttosto che affrontare un fenomeno come l’estremismo islamico che ha messo a ferro e fuoco mezzo mondo e minaccia apertamente le democrazie occidentali. Le maggiori istituzioni mondiali, comprese quelle deputate a difendere i fondamentali Diritti Umani, sono in mano ai Paesi musulmani, cioè nelle mani dei maggiori violatori di quegli stessi Diritti Umani che quelle istituzioni dovrebbero difendere. Siamo all’assurdo, un insopportabile assurdo che va oltre il semplice politicamente corretto, arriva a sfiorare il masochismo.
Vogliamo davvero questo? Vogliamo davvero continuare con questo stucchevole politicamente corretto pur di mostrarci progressisti ad ogni costo? Eppure proprio l’islam e in particolare la sua branca estremista sono i nemici più temili del progressismo. Non è quindi un controsenso chiamare populisti coloro che avvisano del pericolo islamico e definire progressisti coloro che invece difendono le prerogative e gli obiettivi dell’islam? Pensateci un attimo prima di continuare allegramente a puntarvi la pistola islamica alla testa.
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