Quello che ha fatto ieri Hamas è di una gravità incredibile perché non solo dimostra che della popolazione di Gaza al gruppo terrorista non importa nulla, ma soprattutto perché analizzando gli eventi con il senno di poi si evince con chiarezza che Hamas aveva accettato la tregua umanitaria con il solo obbiettivo di poter cogliere di sorpresa i militari israeliani e compiere il rapimento.
Primo punto: Hamas non ha inviato i suoi rappresentanti al Cairo perché sapeva che la tregua sarebbe stata violata
Nel momento in cui è stata concordata una tregua umanitaria di 72 ore per consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e di soccorrere i feriti, Israele e Hamas avevano anche concordato l’invio di delegazioni al Cairo per trattare, attraverso il Governo egiziano, una tregua di più lunga durata. Israele ha inviato regolarmente la propria delegazione mentre Hamas non lo ha fatto, evidentemente perché già sapeva che la tregua non sarebbe stata rispettata.
Secondo punto: il bisogno da parte di Hamas di “mostrare una vittoria”
Il rapimento del soldato Israeliano (Hadar Goldin) è stato programmato nei minimi dettagli. Il commando di Hamas ha attaccato il piccolo gruppo di soldati alle 9,30 cioè un’ora e mezza dopo l’entrata in vigore della tregua umanitaria, cioè quando la tensione tra i soldati era chiaramente molto bassa. Hamas ha subito perdite pesantissime, ha visto distrutti buona parte dei suoi tunnel e per questo aveva la necessità di mostrare al “popolo” una vittoria. Non per niente il sito web delle Brigate Ezzedeen Al-Qassam si è precipitato a rivendicare il rapimento, salvo poi togliere la pagina quando l’indignazione internazionale è velocemente montata. Questa mattina Hamas ha detto di non sapere nulla del rapimento del soldato israeliano, ma ormai la frittata è fatta.
Terzo punto: la perfidia di Hamas e l’uso dei civili come scudi umani non conosce limiti
Ben sapendo che con il rapimento del soldato israeliano avrebbe rotto la tregua (vedi punto primo) Hamas ha consentito senza problemi ai civili di introdursi nelle zone di combattimento e nelle zone distrutte per cercare di recuperare il recuperabile dalle loro case. Hamas sapeva che i combattimenti sarebbero ripresi non appena la notizia del rapimento fosse stata diffusa e quindi sapeva benissimo che tutte quelle centinaia di civili sarebbero state a rischio. Questa è l’ennesima prova che ad Hamas dei civili non importa nulla.
Cosa cambia ora con il rapimento del tenente Hadar Goldin?
Ai più (pseudo-analisti e speudo-esperti vari) sembra essere sfuggito che con il rapimento del tenente israeliano Hadar Goldin la situazione del conflitto muta in maniera considerevole proprio perché, come detto al secondo punto, ora Hamas può vantare un “vittoria” e un eventuale arresto delle operazioni militari a Gaza sarebbe usato da Hamas come una “vittoria sul nemico”. Ora Israele non può più fermare le operazioni senza avere in cambio la liberazione di Hadar Goldin. Tantomeno Israele può concedere una ennesima “tregua umanitaria” visto che quelle precedenti sono state tutte sistematicamente violate da Hamas e quest’ultima è stata addirittura usata per rapire un militare israeliano.
[glyphicon type=”user”]Analisi di Sharon Levi
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