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Rights Reporter > Medio Oriente > Gaza: tramonta definitivamente il mito del carcere a cielo aperto
Medio Oriente

Gaza: tramonta definitivamente il mito del carcere a cielo aperto

By redazione Published 14 Marzo 2013
3 Min Read
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MIDEAST-ISRAEL-PALESTINIANS-ECONOMY-GAZA-TRANSPORT

Ma la Striscia di Gaza non doveva essere un carcere a cielo aperto? Non doveva essere un luogo talmente povero da giustificare decine di flotille umanitarie? Sembra proprio che il mito di “Gaza campo di concentramento” sia definitivamente tramontato quando nei giorni scordi Hamas ha deciso di regolamentare le importazioni di macchine in quanto “sarebbero troppe”.

A dirlo non sono i perfidi sionisti nel tentativo di dimostrare che a Gaza non c’è alcuna emergenza umanitaria come vogliono far credere i pacivendoli, ma è l’agenzia palestinese Ma’an. Secondo quanto riferisce Ma’an l’amministrazione di Hamas avrebbe deciso di limitare le importazioni di macchine nella Striscia di Gaza in quanto sarebbero in sovrannumero. Così nel mese di febbraio sono state importate “solo”  325 automobili di cui 63 dall’Egitto e, udite udite, 242 da Israele.

Secondo il Ministro per le importazioni, Basel Deeb, il numero sarebbe sensibilmente inferiore a quello dei mesi scorsi che in alcuni casi avrebbe superato le 1.200 unità. Di queste oltre il 30% sono automobili di fascia alta (prezzo oltre i 35.000 dollari), il 12% sono macchine di lusso (prezzo superiore ai 50.000 dollari) e poco più del 60% sono utilitarie con un prezzo che va da 6.500 dollari a 15.000 dollari. Le macchine di lusso arrivano nella maggioranza dei casi dall’Egitto e sono prevalentemente BMW e Mercedes con una fase in crescita per le Bentley. Le macchine di fascia alta sono generalmente Suv, fuoristrada oppure BMW e Mercedes comprese nella fascia medio-alta. Per le utilitarie gli abitanti di Gaza sembrano prediligere le macchine giapponesi.

Cosa ne pensano i pacivendoli di questo boom di acquisti di automobili? Dopo i grandi centri commerciali, gli Hotel di lusso, le ville con piscina, i mercati pieni di ogni ben di Dio, ora arriva anche questa “mazzata” al mito di “Gaza carcere a cielo aperto”.

Chissà, forse sarebbe il caso che con la prossima flotilla diretta a Gaza i pacivendoli portino ricambi per le auto anche se siamo sicuri che a Gaza non ne avranno affatto bisogno. Per finire un consiglio al sindaco di Napoli, De Magistris: la prossima volta che intende dare il patrocinio della città di Napoli ad una flotilla diretta a Gaza, si consulti con Mercedes, BMW e Bentley, magari riesce a caricare qualche bel regalino particolare per i suoi amici di Hamas.

Noemi Cabitza

TAGGED: gaza, lusso gaza, macchine gaza

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