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Rights Reporter > Editoriali > Gerusalemme, il de profundis delle Nazioni Unite
Editoriali

Gerusalemme, il de profundis delle Nazioni Unite

By Maurizia De Groot Vos Published 3 Maggio 2017
4 Min Read
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L’ennesima assurda risoluzione su Gerusalemme da parte di UNESCO dimostra a chiunque non abbia gli occhi imbrattati di odio che le Nazioni Unite sono ridotte a una caricatura nelle mani dei Paesi musulmani.

Non bastavano le tante assurdità alle quali siamo costretti ad assistere senza alcuna possibilità di intervento. Non bastava l’Arabia Saudita al Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu, l’Iran nella Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione della donna, il Sudan del genocida Bashir nel Comitato Onu per le ONG, non bastava il Venezuela premiato dalla FAO come esempio di lotta alla fame e non è nemmeno bastata l’ultima assurdità dell’Arabia Saudita (ancora lei) messa ai vertici della Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne, ormai le decisioni assurde delle Nazioni Unite sono così tante che si fatica a starci dietro.

Le Nazioni Unite sono finite e non lo sono da oggi ma ormai da diverso tempo, solo che fino ad oggi non era così chiaro il nesso tra lo strapotere dei paesi musulmani e le assurde decisioni prese in seno all’Onu. Ma cambiare la storia come ha fatto UNESCO con due incredibili quanto assurde risoluzioni in pochi mesi su Gerusalemme dimostra in maniera lapalissiana che anche le poche agenzie ONU che avevano ancora un po’ di credibilità da spendere non ce l’hanno più.

Fino a qualche mese fa avere l’attestato di “luogo patrimonio dell’UNESCO” era ragione di orgoglio per chiunque, ma ora dopo le due risoluzioni su Gerusalemme anche questo attestato perde di ogni autorevolezza. Lo strapotere musulmano si è impossessato anche di UNESCO e la storia con tutta la sua verità può andare tranquillamente a farsi benedire. E’ un dato di fatto così evidente che imbarazza persino parlarne. E’ qualcosa che svilisce irrimediabilmente ogni luogo patrimonio dell’UNESCO che c’è sulla terra.

Fino ad oggi ero dell’idea che la promessa di Donald Trump di trasferire l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, pur essendo importantissima, non fosse tra le priorità dello Stato Ebraico, che rispetto ad altri problemi quel trasferimento poteva aspettare. Oggi però, dopo la risoluzione di ieri, non sono più di quell’idea e credo che arrivati a questo punto serva un segnale forte e chiaro sia da parte dell’occidente che da parte di Israele. Ben venga quindi il trasferimento immediato dell’ambasciata americana a Gerusalemme sperando che anche altri Paesi abbiano il coraggio di farlo, non fosse altro che per dimostrare di non essere marionette in mano allo strapotere musulmano alle Nazioni Unite. E Israele deve chiudere a qualsiasi trattativa per Gerusalemme, ammesso che ci siano o che ci siano state. Gerusalemme, tutta Gerusalemme, è israeliana e a chi non sta bene se ne dovrà fare una ragione. Non si tratta di una “impuntatura” ma si tratta di ribadire un fatto storico incontestabile che solo la perenne volontà musulmana di cambiare la storia a proprio favore poteva mettere in dubbio, coinvolgendo per altro anche paesi moderni come la Svezia che anche ieri ha votato a favore della assurda risoluzione musulmana.

Quindi fine delle trasmissioni, Gerusalemme ha sancito il de profundis delle Nazioni Unite ma anche la fine di qualsiasi trattativa con gli arabi palestinesi che preveda un qualsiasi riferimento a Gerusalemme. E se a qualcuno non sta bene protesti pure, ce ne faremo una ragione.

TAGGED: gerusalemme, gerusalemme capitale israele, israele, nazioni unite, unesco

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