Un importante politico cristiano libanese alleato di Hezbollah ha dichiarato che il Libano non inizierà una guerra con Israele ma si difenderà in caso di attacco.
I commenti di Gebran Bassil, capo del Movimento Patriottico Libero dell’ex presidente Michel Aoun, sono giunti mentre continuano gli scontri sporadici al confine libanese con Israele tra Hezbollah e i gruppi terroristici palestinesi in Libano da una parte e le forze israeliane dall’altra.
“Nessuno può trascinarci in guerra, a meno che il nemico israeliano non ci attacchi, e allora saremo costretti a difenderci”, ha detto Bassil dopo un incontro con il presidente del Parlamento Nabih Berri, un altro alleato di Hezbollah.
Bassil ha anche parlato telefonicamente con il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah lunedì. “Tutti i libanesi sono d’accordo nel dire che non vogliono la guerra, ma questo non significa che dobbiamo permettere di essere attaccati senza una risposta”.
Si è speculato molto se e in quali circostanze Hezbollah e il suo arsenale di circa 150.000 razzi e missili sarebbero entrati a pieno titolo nella guerra in corso tra Israele e Hamas. Gli scontri in corso al confine e le ansie per un conflitto più ampio hanno causato lo sfollamento interno di 19.646 persone in Libano, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, e di un numero maggiore di israeliani che vivono vicino al confine.
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