Per il Dipartimento di Stato americano il Golan e le regioni di Giudea e Samaria (comunemente chiamate West Bank) non sono più “occupate da Israele” ma sono “sotto controllo israeliano”.
La differenza semantica di non poco conto emerge dall’ultimo rapporto del Dipartimento di Stato americano sui Diritti Umani pubblicato nella giornata di ieri.
A dire il vero nel rapporto anche Gaza risulta ancora “occupata” da Israele quando invece non lo è più dal lontano 1994, ma questa “svista” americana viene ampiamente ripagata dal volontario cambio di terminologia in merito a quello che fino a ieri erano i “territori occupati” e che oggi molti più propriamente vengono definiti territori sotto controllo israeliano.
Si materializza così la promessa fatta al momento della sua nomina dal Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, al premier israeliano Benjamin Netanyahu, un impegno che prevedeva significativi cambi nella terminologia dei documenti ufficiali americani e che riguardavano in particolare proprio la terminologia usata per descrivere la presenza israeliana nel Golan e in Giudea e Samaria.
Premesso che difficilmente ci sarà qualcuno che seguirà l’esempio americano, il cambio nella terminologia, sebbene apparentemente sottile, cambia radicalmente l’approccio al problema anche in termini di Diritto Internazionale.
Le proteste palestinesi
Immediate le proteste palestinesi. Il Presidente della Autorità Palestinese, Abu Mazen, ha detto che questa è la conferma che gli Stati Uniti sono nemici del popolo palestinese e ha avvertito che nella sostanza non cambierà nulla.
In compenso la definizione potrebbe aiutare gli Stati Uniti a riconoscere le alture del Golan non tanto come un territorio parte di Israele, come vorrebbero diversi politici americani, ma come territorio sotto controllo israeliano.
Una via di mezzo tra le due correnti che al Congresso stanno discutendo sulla proposta avanzata da importanti politici americani, tra cui Lindsey Graham e Ted Cruz, in merito al fatto che gli Stati Uniti dovrebbero riconoscere il Golan come parte di Israele e chi, al contrario, si oppone a questa eventualità.