Hamas vuole la guerra contro Israele, o almeno la vogliono le Brigate Izz ad-Din al-Qassam che ieri sera hanno chiamato gli altri gruppi terroristici della Striscia di Gaza alla mobilitazione generale contro Israele per vendicare l’uccisione di tre importanti componenti dell’ala militare del gruppo terrorista.

«Israele pagherà un prezzo altissimo per i suoi crimini contro il popolo palestinese» ha detto ieri sera un portavoce di Hamas poco prima che riprendesse il lancio di missili verso il sud di Israele dove nel giro di poche ore sono caduti nove missili, uno dei quali intercettato dal sistema Iron Dome.

L’ala militare di Hamas ha schierato nuovamente i suoi cecchini lungo il confine tra la Striscia di Gaza e Israele, cecchini che ieri sera hanno ferito leggermente un ufficiale della Brigata Givati dopo che pochi giorni fa avevano ucciso Aviv Levi, sempre appartenente alla Brigata Givati. Anche in questo caso si è trattato di una vera imboscata. Hamas ha organizzato una “manifestazione esca” lungo la rete di confine con lo scopo di attirare i militari israeliani nella trappola. Una volta sul luogo i militari israeliani si sono trovati sotto il fuoco dei cecchini. Solo per un caso non ci sono state altre vittime.

Quello che cercano di fare i terroristi di Hamas è ormai chiaro a tutti, portare l’escalation a un punto tale da costringere Israele a intraprendere una azione di terra che immancabilmente provocherà vittime tra i civili (che come sempre saranno usati come scudi umani) con il solito codazzo di accuse rivolte allo Stato Ebraico per “reazione sproporzionata”.

Non è chiaro se dietro a questa volontà di escalation ci sia l’Iran, ma è più che probabile. Gli Ayatollah vogliono impegnare Israele su due fronti, quello a nord sui confini con la Siria e il Libano e quello appunto al sud con la Striscia di Gaza. Non è un caso che i primi a rispondere all’appello lanciato da Hamas per una mobilitazione generale siano stati i terroristi della Jihad Islamica che proprio da Teheran prendono ordini.

Ieri il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha convocato una riunione presso la sede dell’esercito a Tel Aviv con il capo di stato maggiore dell’IDF, Gadi Eisenkot, il capo dello Shin Bet, Nadav Argaman, e il consigliere per la sicurezza nazionale, Meir Ben-Shabbat, per discutere delle crescenti tensioni e delle contromisure da prendere. Una nuova riunione è prevista per questa mattina.