Hezbollah: in arrivo nuove sanzioni dagli USA. Preoccupazioni in Libano

Gli Stati Uniti vogliono aumentare la pressione finanziaria su Hezbollah già colpito da severi provvedimenti a seguito dell’introduzione della legge conosciuta con l’acronimo di HIFPA che già di suo poneva diversi limiti alle transazioni finanziarie di Hezbollah e imponeva alle banche libanesi di non fare affari con persone o società riconducibili al gruppo terrorista libanese vicino all’Iran.

La legge n° 114-102 introdotta nel 2015 dall’Amministrazione Obama introduceva sanzioni verso coloro che a vario titolo finanziavano o collaboravano con Hezbollah, una legge che aveva indotto la banca centrale libanese a emettere un’ordinanza nella quale si imponeva la chiusura di diversi conti correnti riconducibili al gruppo terrorista ma che, secondo alcuni banchieri libanesi, aveva colpito anche esponenti sciiti non legati direttamente al gruppo terrorista provocando una sorta di discrimine verso gli sciiti libanesi. Secondo i critici la legge introdotta da Obama ha colpito anche il sistema di beneficenza islamica costringendo la Banca Centrale libanese a chiudere molti conti correnti attraverso i quali passavano le donazioni dei fedeli che però, secondo l’amministrazione americana, erano in molti casi uno stratagemma per finanziare Hezbollah o per riciclare il denaro proveniente dalle attività illegittime del gruppo terrorista libanese.

Ora l’Amministrazione Trump vorrebbe allargare le sanzioni previste nella HIFPA anche agli alleati politici di Hezbollah in quanto gli esperti americani sosterebbero che i terroristi libanesi aggirano le limitazioni usando i loro alleati politici e società di comodo non direttamente riconducibili a loro.

Nei giorni scorsi una delegazione di parlamentari e banchieri libanesi si è recata a Washington per convincere l’Amministrazione Trump a non allargare il campo d’azione della HIFPA sostenendo che una decisione in tal senso metterebbe in ginocchio la già fragile economia libanese.

Parlando del problema con la Reuters, il parlamentare libanese Yassine Jaber ha detto che «il Libano in questo momento è molto vulnerabile a livello economico e se gli Stati Uniti non vogliono un altro Stato fallito nel bacino del Mediterraneo dovrebbero rinunciare a introdurre varianti restrittive alla già restrittiva legge 114-102».

Ma a quanto sembra le suppliche libanesi non avrebbero sortito l’effetto desiderato. Nel contesto della strategia americana per limitare l’espansionismo iraniano in Medio Oriente, Hezbollah viene considerato come un elemento da colpire assolutamente. Per di più un nuovo rapporto sulle attività di Hezbollah in Sud America, soprattutto nel campo del traffico di stupefacenti, farebbe pensare che le sanzioni introdotte con la legge 114-102 non avrebbero sortito l’effetto desiderato e che alla fine abbiano colpito anche chi con Hezbollah non c’entrava nulla. L’Amministrazione Trump intende quindi rivedere al rialzo le sanzioni introdotte con la HIFPA per fare in modo di colpire anche gli alleati politici di Hezbollah che, stando al rapporto, avrebbero permesso agli Hezbollah di aggirare le limitazioni previste dalla legge americana, ma facendo in modo di escludere chi con i terroristi libanesi non c’entra nulla.

Le preoccupazioni della Banca Centrale Libanese

Quello che alla Banca Centrale libanese temono è che le nuove misure restrittive finiscano per colpire con multe e sanzioni “importanti” anche le banche estere corrispondenti che a vario titolo intrattengono rapporti di affari con persone e aziende libanesi che potrebbero rientrare nelle misure restrittive che l’Amministrazione Trump si appresta a varare. Il rischio è che le banche corrispondenti chiudano i conti “a rischio” finendo per danneggiare pesantemente la già fragile economia libanese, un rischio confermato anche dal fatto che per il timore di incorrere in pesanti sanzioni molte banche, sia libanesi che corrispondenti estere, avrebbero già iniziato a chiudere i conti correnti di diverse aziende che si potrebbero prestare a collaborare con Hezbollah.

Ma negli Stati Uniti non la pensano così e vanno dritti per la loro strada. Indicative in tal senso le parole del padre della legge 114-102, il senatore repubblicano Ed Royce, il quale rispondendo a una domanda di un giornalista libanese che riportava le preoccupazioni della Banca Centrale libanese ha detto che «quelle banche e quelle aziende che non fanno affari con Hezbollah non hanno nulla da temere».

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