Hezbollah: la multinazionale della droga (report)

4 Maggio 2013

Il terrorismo islamico legato a Hezbollah e all’Iran si sta appropriando del mercato della droga sudamericano e sta imbastendo alleanze con i cartelli della droga al fine di aumentare i profitti da reindirizzare nell’acquisto di armi e nel potenziamento delle strutture terroristiche.

A parlarne chiaramente è un rapporto della House Committee on Homeland Security redatto lo scorso novembre e intitolato “A Line In The Sand: Countering Crime, Violence, and Terror at the Southwest Border”  nel quale la struttura del Congresso USA lancia un severo monito sul crescente coinvolgimento dell’Iran e di Hezbollah in America Latina e in particolare in Venezuela, Colombia e Messico.

Particolare apprensione desta l’infiltrazione di Hezbollah in Messico certificata dall’arresto del signore della droga libanese Ayman Juma avvenuto nel 2011 ma di cui i risvolti più gravi emergono solo ora. Fino a questo momento si sapeva che Ayman Juma era un tramite tra gli Hezbollah libanesi e il cartello messicano dei Los Zetas. Si sapeva che per conto dei due gruppi aveva introdotto negli USA qualcosa come 85 tonnellate di cocaina e che aveva riciclato per Hezbollah 850 milioni di dollari prendendo per se una commissione del 12%. Si sapeva che una parte di quelle commissioni era destinata a finanziare il terrorismo internazionale. Quello che invece non si conosceva era la struttura operativa di Ayman Juma, gli appoggi che aveva e, soprattutto, l’obbiettivo finale delle sue operazioni che, a differenza di quelle dei Los Zetas, non erano mirate all’arricchimento ma al continuo finanziamento delle operazioni terroristiche di Hezbollah e dell’Iran in tutto il mondo.

Quasi due anni di indagini della DEA e una commissione parlamentare USA che ha visitato Messico, Colombia, Paraguay, Argentina e Brasile, ci consegnano un quadro molto più allarmante della infiltrazione di Hezbollah in America Latina e dei suoi obbiettivi. Prima di tutto Ayman Juma non lavorava da solo ma aveva una vera e propria struttura terroristica alle spalle formata da uomini di Hezbollah e delle Guardie della Rivoluzione Iraniana. La somma riciclata per conto di Hezbollah sarebbe molto più alta, vicina ai due miliardi di dollari. Ma soprattutto Ayman Juma e la sua squadra di terroristi cercavano obbiettivi americani ed ebraici da colpire. Le indagini hanno portato alla scoperta che il gruppo terrorista aveva individuato decine di obbiettivi in tutta l’America Latina tra cui scuole ebraiche, sinagoghe, centri culturali ebraici e americani, posti di ritrovo frequentati da turisti americani e israeliani. In particolare gli obbiettivi si trovavano in Brasile e in Argentina. Le indagini della DEA hanno poi rilevato che Hezbollah sta rapidamente prendendo il controllo dello smercio della cocaina a livello mondiale. Decine di tonnellate di cocaina vendute in tutto il mondo, dagli USA (che rimangono il cliente principale) all’Europa attraverso una organizzazione capillare che fa arrivare gli aerei pieni di droga in Africa occidentale per poi distribuire il prodotto in Europa attraverso i canali della criminalità organizzata.

Milioni e milioni di dollari entrano ogni mese nelle casse di Hezbollah, tutti soldi che vanno a finanziare le operazioni terroristiche e l’acquisto di armi. Secondo molti esperti americani Hezbollah sta diventando più pericolosa di Al Qaeda in particolare perché agisce in maniera diversa, come una vera e propria multinazionale.

Indicative alcune telefonate intercettate dalla DEA. Nei colloqui tra gli uomini in Sudamerica e la base in Libano si evince chiaramente che tutti i guadagni derivati dal commercio della droga vanno ad alimentare le operazioni terroristiche di Hezbollah, ma soprattutto emerge un certo compiacimento nel “infettare un gran numero di infedeli” negli USA e in Europa.

Da mesi gli Stati Uniti fanno pressione sull’Unione Europea affinché inserisca Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici, ma l’Europa da quell’orecchio continua a non sentirci affermando che Hezbollah è un movimento politico. Ora speriamo che con queste nuove rivelazioni, di cui gli USA hanno reso partecipi gli Stati Europei, anche a Bruxelles aprano gli occhi.

Adrian Niscemi

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