Il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, trasformerà e riciclerà l’oro venezuelano. Lo ha annunciato lui stesso ieri durante un comizio nella città di Corum, in Anatolia.
«Porteremo il commercio dell’oro di Corum al livello successivo» ha detto Erdogan riferendosi al fatto che la Turchia si è detta disposta a lavorare l’oro estratto in Venezuela nella piccola città a 600 Km da Ankara.
Erdogan ha specificato che l’operazione rispetta il Diritto Internazionale e che se gli Stati Uniti protesteranno per questa decisione, se ne dovranno fare una ragione.
Tuttavia ci sono molti dubbi che l’operazione sia legale e che, soprattutto, l’oro torni in patria per eventualmente contribuire a lenire le sofferenze della popolazione.
Infatti le importazioni di oro dal Venezuela alla Turchia sono aumentate di quasi un miliardo di dollari l’anno scorso. L’oro è stato lavorato in Turchia e sarebbe poi tornato in Venezuela, ma non vi è alcuna registrazione di riesportazione né si sa che fine abbia fatto quell’oro.
La Turchia è già al centro di uno scandalo che riguarda il commercio illecito di oro verso l’Iran. Nel gennaio 2018 un tribunale americano ha condannato un alto funzionario della Halkbank, la banca turca di proprietà dello Stato, per aver collaborato con il regime iraniano al fine di eludere le sanzioni e trasferire grandi quantità di oro in Iran. Prima ancora, nel 2014, era emerso un rapporto che dimostrava come la Turchia aggirasse le sanzioni all’Iran sempre con l’oro di mezzo. Non è quindi una novità che il dittatore turco si presti a questi giochetti.
Lo scorso mese di gennaio Maduro aveva inviato una squadra di esperti per valutare la lavorazione dell’oro nella città turca di Corum e a quanto pare quello che hanno visto gli è piaciuto. Rimane solo il piccolo dettaglio sulla fine che farà quell’oro.
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