Sono tre i motivi principali per cui Israele ha scatenato l’offensiva contro Hamas a Gaza: riportare a casa gli ostaggi, fare giustizia sull’eccidio del 7 ottobre e fare in modo che Hamas non possa mai più in alcun modo nuocere né a Israele né ai cittadini israeliani.
Il mancato raggiungimento anche di uno solo di questi obiettivi inficia qualsiasi ipotesi di cessate il fuoco e questo a prescindere da chi ci sia al governo a Gerusalemme.
Ora, ieri sera il Presidente americano, Joe Biden, ha presentato il piano (definito “israeliano”) per un cessato il fuoco temporaneo da trasformare in un cessate il fuoco permanente dopo che gli ostaggi rimasti in vita e i corpi dei defunti saranno restituiti alle famiglie. Biden considera gli altri due punti raggiunti e quindi, secondo lui, giustizia è fatta per il massacro del 7 ottobre e, soprattutto, Hamas non è nelle condizioni di poter di nuovo nuocere a Israele.
Hamas è sia un esercito terrorista che l’organo di governo di Gaza dal 2007. L’accordo presuppone che il gruppo terrorista sia stato così danneggiato dall’esercito israeliano da non poter più svolgere efficacemente nessuna delle due funzioni. Delinea inoltre rapidi passi per sostituirlo, prima inondando Gaza con gli aiuti umanitari, poi ricostruendo Gaza e installando un nuovo governo sotto l’Autorità Palestinese che ora governa la Cisgiordania.
Ecco dove fa acqua piano di Biden. Prima di tutto, per quanto possa essere stato danneggiato, ancora Hamas non solo è in grado di nuocere ma siccome l’intera struttura gerarchica della Striscia di Gaza dopo tanti anni di governo di Hamas è basata totalmente sul gruppo terrorista, è semplicemente impensabile che Hamas non riesca a infiltrare suoi uomini nei punti di comando della “nuova Gaza”.
In secondo luogo Biden continua a insistere di voler mettere la corrotta Autorità Palestinese al governo della Striscia di Gaza, una soluzione invisa sia a Israele che agli abitanti della Striscia e quindi impraticabile se non si vuole fare la fine del 2007 quando i dirigenti di Fatah volavano giù dai tetti dei palazzi di Gaza. Si era pensato a un “governatorato arabo” gestito da quei paesi arabi che hanno relazioni con Israele. Che fine ha fatto quella proposta? E solo il pensare di mettere nelle mani di Abu Mazen i miliardi della ricostruzione va venire i brividi.
In terzo luogo c’è la questione non da poco della UNRWA alla quale verrebbe affidata la gestione degli aiuti umanitari. Dire UNRWA nella Striscia di Gaza significa dire Hamas. Non esiste un solo palestinese dipendente della UNRWA che non sia stato messo li dal gruppo terrorista. Lasciare aperta l’agenzia ONU per i palestinesi significa quindi lasciare che Hamas gestisca tutto l’apparato umanitario. Che fine ha fatto l’obiettivo di distruggere completamente il gruppo terrorista palestinese?
Io capisco la necessità elettorale per Biden di chiudere velocemente la faccenda, ma questo accordo salva la vita di Hamas e di tutta la sua struttura, non rende affatto più sicuro Israele e non è detta che restituisca gli ostaggi o quello che rimane di loro. Non credo che si siano fatti quasi otto mesi di guerra per questo.