Siamo davvero all’incredibile se adesso le commemorazioni per i terroristi palestinesi vengono finanziate da fondi della Nazioni Unite e della Unione Europea.
E’ il caso della manifestazione sportiva intitolata a Ibrahim Al-Akari, il terrorista che lo scorso 5 novembre uccise due persone, tra cui una bambina di tre mesi, e ne ferì 13. La manifestazione sportiva dedicata al “martire” è stata organizzata dalla Al-Quds University con i soldi donati dalle Nazioni Unite e dalla Unione Europea con lo scopo di “contribuire allo sviluppo e alla tutela del patrimonio culturale palestinese nella città vecchia di Gerusalemme” che poi sarebbe da capire bene quale patrimonio culturale abbia un popolo che non è mai esistito prima del 1967 (mica sono curdi o tibetani).
Secondo il dottor Ahmad Al-Khawaja, responsabile della Facoltà di Formazione Fisica dell’Università Al-Quds, che ha organizzato il torneo, «il torneo è stato una attività nazionale in onore e apprezzamento per l’anima del martire eroico Ibrahim Al-Akari».
Ora, ci saremmo aspettati come minimo alcune proteste da parte delle Nazioni Unite e della Unione Europea per l’utilizzo dei loro fondi donati a questa Università (circa 2,4 milioni di euro) per uno scopo così aberrante come la glorificazione di un assassino legato ad Hamas che ha ucciso a sangue freddo una bambina di tre mesi e una giovanissima ragazza, ma nulla si è sentito dal Palazzo di Vetro o da Bruxelles. Evidentemente per loro è tutto normale, per loro è normale che un terrorista di Hamas si scagli con la macchina contro inermi cittadini in attesa di un autobus. Anzi, siccome ci tace acconsente, è plausibile che per Onu e Unione Europea tutto questo sia anche giusto.
Lasciateci dire che tutto questo non solo è uno schifo ma che è come se il terrorismo venisse premiato e incentivato. E’ una cosa aberrante. Per questo oggi abbiamo scritto alla Commissione Europea per avere spiegazioni in merito all’utilizzo dei fondi della UE per questo torneo dedicato a un terrorista assassino e come credono che tutto ciò possa “contribuire allo sviluppo e alla tutela del patrimonio culturale palestinese nella città vecchia di Gerusalemme”.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Sharon Levi
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