Ieri l’Iran ha messo in guardia il mondo occidentale da ogni tentativo di sciogliere le milizie sciite di Hashd al-Shaabi che operano in Iraq agli ordini diretti degli Ayatollah.

Il Segretario generale del Consiglio Nazionale supremo iraniano per la sicurezza, Ali Shamkhani, parlando con il capo del Consiglio supremo islamico iracheno, Humam Hamoudi, durante un incontro tenutosi ieri a Teheran ha detto che «le richieste di smantellare le milizie sciite in Iraq sono il frutto di una cospirazione americana e del regime sionista».

Secondo Ali Shamkhani il lavoro fatto dalle milizie sciite in Iraq che ha portato alla sconfitta dello Stato Islamico non sta bene a “diversi paesi” e per questo le vorrebbero sciogliere. Ma, ha aggiunto, che la «saggezza della dirigenza irachena non permetterà che la cospirazione abbia successo e che le milizie sciite vengano sciolte», una frase sibillina a metà tra l’intimidazione e l’adulazione.

Domenica scorsa era stato l’iracheno Humam Hamoudi a difendere le milizie sciite dopo che il Presidente francese, Emmanuel Macron, ne aveva chiesto lo scioglimento accusandolo di «interferenza negli affari interni dell’Iraq».

L’Iran sta pesantemente e prepotentemente condizionando la politica irachena. Il fatto che il capo del Consiglio nazionale supremo islamico possa essere convocato a Teheran per riferire dei problemi che incontra la politica irachena la dice molto lunga sull’influenza di Teheran sul Governo di Baghdad, ma in occidente (Mogherini in testa) nessuno trova nulla da ridire.

Le milizie sciite di Hashd al-Shaabi sono accusate di diverse violenze contro la popolazione sunnita e contro i curdi tanto da essere paragonati a ISIS.