In Iran sono pronti a sostenere l’intifada palestinese anche con l’invio di non ben specificato “personale” in Giudea e Samaria e a Gaza. Lo ha detto ieri Hossein Amir Abdollahian, segretario Generale di una organizzazione a sostegno della intifada che fa capo al parlamento iraniano.
L’annuncio è arrivato dopo l’incontro tra Hossein Amir Abdollahian e il rappresentante di Hamas in Iran, Khaled al-Qaddumi.
I due hanno discusso sulle modalità per aiutare i palestinesi a scatenare una terza intifada, anche con l’aiuto delle oltre 800 organizzazioni non governative internazionali (ONG) che hanno aderito al Segretariato permanente a sostegno dell’Intifada palestinese di cui Hossein Amir Abdollahian è segretario generale.
I due hanno discusso della necessità urgente di difendere la moschea di Al Aqsa da quelli che hanno definito “gli attacchi israeliani”. Per questo il Parlamento iraniano (Majlis) ha deliberato di stanziare fondi per inviare medicine e personale in Giudea, Samaria e a Gaza al fine di soccorrere “gli eroici combattenti palestinesi”.
Quella di inviare con urgenza “personale e medicine” a sostegno dei “fratelli sotto attacco” è una scusa già usata in passato dall’Iran in Siria e in Yemen. Abbiamo visto poi cosa è successo. Hanno usato dei cargo che ufficialmente dovevano trasportare medicine e aiuti umanitari per trasportare truppe e armi dirette ai terroristi.
La decisione del Parlamento iraniano di tentare di inviare personale in Giudea, Samaria e a Gaza, magari ben nascosto dal vessillo umanitario e da qualche ONG compiacente, è la prova provata che in Iran stanno soffiando sul fuoco della intifada palestinese e ne vogliono approfittare per infiltrare i propri agenti nel cuore della questione palestinese.