Per diversi mesi Israele ha portato avanti trattative segrete con Arabia Saudita e Qatar nel tentativo di disinnescare Hamas in cambio di forti concessioni in merito alla Striscia di Gaza. I tempi erano stretti perché la caduta delle sanzioni all’Iran incombeva e il rischio che il gruppo terrorista che tiene in ostaggio la Striscia di Gaza tornasse sotto l’ala iraniana era molto forte. Con il Qatar si era persino raggiunto un accordo per portare il gas a Gaza. Ora tutto questo lavoro sotterraneo sembra essere stato inutile.
Ieri lo Shin Bet e il Mossad hanno fatto il punto della situazione insieme al Ministero della Difesa e il quadro che ne esce è fortemente allarmante. La linea dura dell’ala militare di Hamas sembra aver preso il sopravvento e non è servito nemmeno un incontro avvenuto le settimane scorse tra il Re saudita, Salman, e il capo politico di Hamas, Khaled Meshal, a convincere i terroristi a desistere dagli attacchi a Israele e a non riavvicinarsi a Teheran. In Hamas ha vinto la linea di Moḥammad Dief che voleva un riavvicinamento tattico all’Iran, un maggiore impegno in Cisgiordania e il coinvolgimento diretto di Hamas nella cosiddetta “terza intifada”. La recente scoperta di una cellula terroristica in Cisgiordania diretta dal figlio di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, dimostra che l’alleanza tra Hamas e Iran (e con i gruppi eterodiretti da Teheran come appunto Hezbollah) non solo è un dato di fatto ma che è pronta a colpire.
Hamas prende il posto di Al-Fatah in Cisgiordania
In realtà dire che Hamas prenda il posto di Al-Fatah in Cisgiordania non è proprio corretto, sarebbe più corretto affermare che una parte importante di Al-Fatah è passata nelle fila di Hamas. In questo “passaggio di fila” gli Hezbollah hanno un ruolo importante. Sono diversi mesi che si parla di una forte infiltrazione di Hezbollah e quindi dell’Iran in Cisgiordania, ma si sbagliava la valutazione di fondo credendo che fosse Al-Fatah a mettersi d’accordo con i terroristi libanesi eterodiretti da Teheran. In realtà sono ex membri di Al-Fatah passati ad Hamas e più precisamente si tratta di membri delle Brigate Abdul Kader al-Husseini (una delle ali militari di Al-Fatah) passati alle Brigate Izz al-Din al-Qassam, cioè all’ala militare di Hamas. Ma è quello che sta alla base di questo passaggio di fila a preoccupare in particolare lo Shin Bet. Stiamo parlando di una infiltrazione di Hezbollah in Cisgiordania avvenuta per mezzo e con il fondamentale aiuto di ex membri di Al-Fatah passati ad Hamas, il che tradotto in parole povere vuol dire una alleanza di fatto tra Hamas ed Hezbollah che riguarda la zona controllata dalla Autorità Nazionale Palestinese.
Milioni di dollari e armi promesse dall’Iran ad Hamas
Anche se alcuni media arabi – ripresi da media israeliani – sostengono che Hamas avrebbe respinto le offerte iraniane di un aiuto in armi e denaro, al Mossad e allo Shin Bet sono convinti del contrario. A far propendere per l’idea che Hamas abbia invece accettato l’aiuto iraniano sono i fatti sul terreno (che dicono il contrario) oltre a una serie di intercettazioni tra Hezbollah e elementi di Hamas in Cisgiordania dalle quali emerge con chiarezza la volontà di imprimere alla cosiddetta “terza intifada” una svolta violenta. Come fa notare un editoriale di ieri a firma Alex Fishman apparso su Yedioth Ahronoth, la leadership militare di Hamas avrebbe deciso di portare la “intifada dei coltelli” a un livello superiore e di “istituzionalizzarla” dandogli cioè una connotazione fortemente politica aumentando nel contempo il livello della violenza con l’uso di autobombe, attacchi suicidi e con armi da fuoco anche all’interno della “linea verde”. A spingere per questa escalation sarebbe proprio Hezbollah e quindi l’Iran, in cambio di appoggio militare e finanziario. Stando quindi a quello che scrive il preparato Alex Fishman saremmo alla vigilia di una forte ripresa delle violenze in grande stile, di una vera e propria terza intifada ben sapendo che questo porterebbe a uno scontro diretto con Israele. E, sempre secondo Fishman, sarebbe proprio quello che vogliono i terroristi di Hamas e di Hezbollah, scatenare la reazione di Israele che non potrebbe non esservi (e non sarebbe moderata) in caso di un grosso attacco terroristico.
Checché ne dicano i media arabi e i sostenitori della linea morbida con Teheran, la realtà dei fatti è che Hamas è tornato sotto l’ala iraniana e, a meno di clamorose svolte, è pronto a colpire Israele proprio con l’aiuto di Teheran. Il fatto che i terroristi palestinesi siano sunniti non conta (come del resto non ha mai contato), il nemico comune è Israele e questo basta per cementare questa alleanza del terrore.
Scritto da Paola P.