Cosa ne direste se qualcuno vi dicesse che tra i popoli di Israele e Iran non c’è alcun sentimento di odio? Sareste sorpresi? Non dovreste. Già nei mesi scorsi la campagna “Israel loves Iran” dimostrò come israeliani e iraniani siano in effetti molto più simili di quanto non lo siano con altri popoli, di come ci siano più cose che li uniscono di quante li dividano, a partire dai nemici che per ambedue i popoli sono da sempre gli arabi.
Un servizio con tanto di cortometraggio lanciato dal The Times of Israel conferma questa tendenza. Nel cortometraggio gli autori intervistano gente comune (israeliani e arabi) a Gerusalemme e mostrando loro una foto in bianco e nero di Hassan Rohani, il nuovo Presidente iraniano, chiedono che cosa vorrebbero dal nuovo Presidente iraniano se avessero la possibilità di chiedergli qualcosa.
Il cortometraggio, intitolato “One Wish for Iran, Love Israel” rivela che gli israeliani non odiano affatto gli iraniani e che anzi, si sentono molto più simili a loro che a qualsiasi altra etnia. Molte delle risposte date hanno rivelato una profonda umanità e speranza nei confronti del popolo iraniano e del loro nuovo Presidente, anche se va detto che le interviste sono precedenti alle ultime bellicose dichiarazioni di Rohani. Alla fine del cortometraggio più o meno tutti gli intervistati esprimono il desiderio e la speranza che gli attriti tra Israele e Iran finiscano e che i governati dei due Paesi risolvano le questioni di attrito magari “prendendo una tazza di caffè”.
Questa mia lunga prefazione con il riferimento al cortometraggio “One Wish for Iran, Love Israel” vuole in qualche modo riaprire il discorso aperto a suo tempo dalla campagna “Israel love Iran” seguita (o preceduta, ora non ricordo) da una analoga campagna iraniana intitolata “Iran love Israel” che qualche mese fa su Facebook fece decine di migliaia di proseliti. Allora fu evidente a tutti che, al di la degli estremismi religiosi, i due popoli non si odiano affatto e che anzi hanno tantissime cose in comune, a partire dai nemici storici che sono per ambedue gli arabi. Ebrei e persiani hanno sempre combattuto (a volte, in segreto, anche insieme) contro gli arabi. L’intelligence israeliana aiutò moltissimo l’Iran durante la guerra con l’Iraq. Il bombardamento del reattore di Osirak probabilmente fu il frutto di quella collaborazione e fermò il programma nucleare di Saddam Hussein che poteva nuocere sia a Israele che all’Iran.
E anche ora, nonostante le condizioni politiche siano profondamente cambiate e con ogni probabilità siamo alla vigilia di una guerra tra Israele e Iran, i due popoli continuano a mandarsi segnali d’amore. Basta guardare su Facebook le reazioni al cortometraggio di cui sopra o ai messaggi della campagna “Israel loves Iran” per rendersene conto.
La domanda che ora dobbiamo porci è allora questa: possiamo fermare l’imminente conflitto tra Israele e Iran? Possiamo fermare la spirale d’odio voluta dagli Ayatollah iraniani? I margini sono strettissimi e in Iran chi dice di non odiare Israele viene messo alla gogna (se non peggio). Hanno persino paura di scrivere su Facebook. E le speranze che con l’elezione di Hassan Rohani qualcosa cambi sono ridotte al lumicino.
E’ un peccato, è veramente un peccato, perché tutti noi crediamo che questi due popoli si meritino la pace e che solo l’estremismo degli Ayatollah impedisca all’Iran quella evoluzione che invece si meriterebbe.
Mi rendo conto perfettamente che questo mio scritto altro non sia che il pazzo sogno di una giovane ebrea che non ha perso tutte le speranze. Ma leggendo i tanti messaggi di giovani iraniani su Facebook non posso non nutrire una pur flebile speranza che la pace tra questi due magnifici popoli possa ancora essere possibile.
Articolo di Luna Pincherle attraverso “scrivi un articolo per Rights Reporter”