Gerusalemme – A poche ore dalle accuse rivolte dalla Siria a Israele di aver lanciato un attacco su Damasco il Ministro della Difesa, Avidgor Lieberman, incontra gli ambasciatori europei in Israele e fa il punto della situazione senza peli sulla lingua con un discorso che non mancherà di scatenare le solite ipocrite reazione da parte europea.

La lotta a Hezbollah

Il primo punto che Lieberman ha toccato è stato proprio l’argomento Hezbollah e quindi quello della Siria. Il Ministro della Difesa israeliano non ha commentato le accuse di Damasco ma ha ribadito che Israele farà tutto quanto necessario per impedire la consegna di armi avanzate e di distruzione di massa ai terroristi libanesi.

«Agiamo in primo luogo per proteggere la sicurezza dei nostri cittadini e difendere la nostra sovranità e stiamo cercando di impedire il contrabbando di armi sofisticate, equipaggiamento militare e di armi di distruzione di massa dalla Siria a Hezbollah» ha detto Lieberman al gruppo di ambasciatori europei. Ha poi ribadito che Israele non ha nessuna intenzione di interferire nella guerra in Siria, ma ha tuttavia precisato che lo Stato Ebraico si opporrà a qualsiasi accordo che preveda la permanenza di truppe iraniane e degli Hezbollah in Siria.

Lotta ad Hamas e conflitto arabo-israeliano

E dopo aver toccato il tema di Hezbollah e della presenza iraniana in Siria, Avidgor Lieberman è poi passato a trattare l’argomento per gli europei più spinoso, quello del conflitto arabo-israeliano. Lieberman ha detto che negli ultimi mesi la collaborazione tra Hamas e ISIS nel Sinai si è decisamente evoluta aumentando in tutti i settori precisando che questo è un problema che prima o poi Israele dovrà affrontare in maniera definitiva in quanto «è chiaro che oggi nel mondo non si può contare sulla comunità internazionale e ogni Paese deve contare solo su se stesso». Parlando della questione palestinese Lieberman ha detto che «non è realistico pensare di raggiungere un accordo permanente con i palestinesi nei prossimi anni a causa delle posizioni estreme del leader della Autorità Nazionale Palestinese Mahdmoud Abbas» aggiungendo poi che «per questo l’idea di un accordo sullo status finale sarà ritardata di un paio di anni ma nel frattempo dobbiamo garantire che la vita per gli ebrei e per i palestinesi in Giudea e Samaria prosegua in modo normale». Poi Lieberman ha ribadito che non sono gli insediamenti ad essere un ostacolo alla pace e che la questione palestinese non ha alcuna influenza sulla instabilità in Medio Oriente nonostante gli europei continuino a trattare tale questione come il problema più grande del mondo. «Almeno 500 persone vengono uccise ogni giorno in Medio Oriente e questo è molto più importante di quanto sta avvenendo per esempio ad Amona, eppure in Europa i media parlano solo di palestinesi e di insediamenti. E’ ipocrita continuare a parlare di insediamenti con tutto quello che succede in Medio Oriente» ha concluso sibillino Lieberman.

A conclusione della riunione non è stato possibile avere alcuna dichiarazione dalla delegazione di ambasciatori europei e anche sul loro sito ufficiale si fa cenno solo all’incontro ma non al suo contenuto né si fanno commenti in merito alle parole di Lieberman che, va detto, non sono mai state così chiare e dirette.

Scritto da Sarah G. Frankl