Di Neda Amin e della sua storia ne hanno parlato i radicali liberi lo scorso 29 luglio quando è emerso che la Turchia di Erdogan aveva deciso di deportare in Iran la richiedente asilo e blogger iraniana a causa della sua collaborazione con il Times of Israel dove la giovane dissidente ha uno spazio in farsi dal quale diffonde critiche al regime degli Ayatollah.
L’accusa rivolta da Erdogan a Neda Amin per giustificarne la deportazione in Iran aggirando il fatto che le fosse stato riconosciuto dalla UNHCR lo status di rifugiata politica è la più in voga nei Paesi musulmani, quella cioè di essere una spia di Israele proprio a causa del fatto che scrivesse sul Times of Israel. Secondo i gruppi per la difesa dei Diritti Umani che seguono il caso di Neda Amin, tra i quai va detto che non ci sono né Amnesty International né Human Rights Watch, la giovane blogger iraniana sarebbe stata deportata dalla Turchia in Iran entro la data del 5 agosto, una deportazione che però non è ancora avvenuta grazie anche alla ferma opposizione (per una volta) della UNHCR.
Bene, dopo tantissime pressioni ieri il Ministro degli Interni israeliano, Aryeh Deri, ha annunciato di essere disposto a dare a Neda Amin asilo politico in Israele. La cosa non era affatto scontata dato che la palese ostilità tra Iran e Israele fa si che difficilmente un cittadino iraniano possa ottenere asilo nello Stato Ebraico. Ma dopo gli accorati appelli della federazioni dei giornalisti israeliana e di diverse personalità di spicco il Ministro degli Interni israeliano ha accettato di dare protezione alla blogger iraniana.
«La mia decisione deriva dal fatto che questa giornalista iraniana corre un serio pericolo di vita se deportata in Iran» ha detto ieri sera il Ministro Aryeh Deri ai giornalisti.
Neda Amin era fuggita dall’Iran nel nel 2014 dopo essere stata incarcerata e torturata diverse volte e si era rifugiata in Turchia dove aveva fatto domanda di asilo. Nel 2015 l’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Onu (UNHCR) le aveva quindi concesso lo status di rifugiata politica e quindi la protezione internazionale. Solo che Erdogan, nella sua bramosia di accondiscendere ai desiderata degli Ayatollah iraniani, prendendo spunto dal fatto che Neda Amin scrivesse per una testata israeliana l’aveva accusata di essere una spia di Israele e ne aveva disposto la deportazione in Iran scatenando le durissime reazione dei gruppi per la difesa dei Diritti Umani (quelli seri non quelli che prendono soldi dai dittatori) e della stessa UNHCR.
Ora resta da vedere se Erdogan consentirà alla giovane blogger iraniana di trasferirsi in Israele e non è affatto scontato che ciò avvenga.