Secondo un rapporto diffuso ieri dal IDF – l’esercito israeliano – negli ultimi mesi in Israele ci sono stati 285 attacchi terroristici contro civili e militari, quasi tutti (281) legati al terrorismo islamico di matrice palestinese e partiti dalla Cisgiordania.

I numeri diffusi dal IDF sono impressionanti. Da ottobre 2015 a dicembre 2016 i terroristi islamici palestinesi partendo dalla Cisgiordania hanno compiuto 143 attacchi terroristici usando armi da taglio (stabbing attack), 89 attacchi con l’uso di armi da fuoco, 39 attacchi veicolari (con l’uso di automezzi) mentre 9 attacchi terroristici sono avvenuti con l’uso di materiale esplosivo. Nessuno Stato democratico al mondo ha subito così tanti attacchi terroristici come Israele.

A questi numeri vanno aggiunti tutti gli episodi nei quali i terroristi islamici palestinesi hanno usato pietre e altri materiali provocando incidenti stradali con vittime e feriti, episodi difficili da quantificare ma che l’IDF calcola nella cifra di 826 casi accertatisolo nella seconda metà del 2016, un numero impressionante che però rispetto a periodi precedenti è in diminuzione, il che rende l’idea della quantità impressionante di episodi di violenza contro i cittadini israeliani.

La maggior parte dei 285 attacchi terroristici sono stati effettuati contro i militari israeliani anche se molto spesso hanno coinvolto anche i civili.

Le misure prese per arginare gli attacchi

A seguito di questa vera e propria esplosione di attacchi terroristici islamici palestinesi il comando del IDF ha deciso di prendere alcune misure di contenimento e di aumentare i controlli sul territorio. Il risultato è stato un notevole aumento delle operazioni antiterrorismo che ha portato alla scoperta di decine di fabbriche di armi in Cisgiordania, di diverse tipografie dove si stampava materiale volto all’incitamento alla violenza, al sequestro di notevoli fondi in denaro in possesso dei terroristi islamici palestinesi destinati all’acquisto di armi o al sostegno alle famiglie dei terroristi islamici palestinesi uccisi o arrestati. Aumentata la sorveglianza ai check point e installate 1.500 nuove telecamere in Cisgiordania. In totale sono state demolite 40 case dei terroristi islamici palestinesi. L’IDF è molto attivo anche sui social media dove ha individuato e fatto chiudere centinaia di account che incitavano alla violenza, anche se su questo fronte non c’è molta collaborazione da parte dei social, in particolare di Facebook e Twitter.

Le previsioni e l’allarme

Secondo il rapporto del IDF il 2017 potrebbe essere addirittura peggio dell’anno appena passato. Il cambio di potere alla Casa Bianca potrebbe portare importanti novità per Israele e questo quasi certamente portarà i terroristi islamici palestinesi ad aumentare ulteriormente il numero degli attacchi. Secondo il comando del IDF la zona calda resterà comunque la Cisgiordania da dove si prevede partiranno la maggioranza degli attacchi terroristici. Questo rapporto riguarda naturalmente solo episodi di terrorismo e non minacce militari che chiaramente sono un ulteriore rischio ma che l’esercito israeliano affronta in maniera diversa, una minaccia che verrà affrontata in un rapporto dedicato. Discorso a parte anche per le connessioni tra ISIS e terrorismo palestinese che appaiono sempre più evidenti e che preoccupano notevolmente i vertici militari israeliani ma che verranno affrontate in separata sede.

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