Quando ieri ho visto su Facebook che una carissima amica israeliana aveva scritto che la proposta di aumentare lo stipendio ai militari israeliani era stata bocciata dalla Knesset non potevo crederci, anche se in fondo la cosa non mi stupiva visto chi c’è al Governo.
Per intenderci, sto parlando del disegno di legge presentato dal parlamentare Eli Cohen (Likud) il quale chiedeva che gli stipendi dei soldati dell’IDF fossero almeno la metà del salario minimo.
Ebbene, la proposta del parlamentare del Likud è stata sconfitta per 53 voti contro 48. In sostanza tutta la coalizione di Governo ha votato compatta per non alzare gli stipendi dei militari israeliani a conferma che questo governo non prometteva niente di buono.
Il problema tuttavia non è solo di ordine economico, il vero problema è che si lanciano due messaggi potenzialmente devastanti.
Il primo è che il Governo non ha a cuore i militari israeliani e che quasi potrebbe fare a meno di loro. Il secondo è che si preferisce dare i soldi agli arabi piuttosto che ai soldati dell’IDF.
E si perché il denaro da dare a Mansour Abbas e per un prestito alla Autorità Palestinese lo hanno trovato, per i militari israeliani che difendono il Paese no.
I militari israeliani hanno uno stipendio decisamente basso, 810 NIS per i soldati sul fronte interno a 1.620 NIS per i soldati combattenti.
«Ci sono soldi per i Fratelli Musulmani, non ci sono soldi per i soldati dell’IDF» ha detto Cohen. «Vergogna! Il governo oggi ha voltato le spalle ai soldati dell’IDF e si è opposto alla legge per aumentare i loro stipendi. Non c’è da stupirsi che Bennett, Liberman, Ganz e tutti i grassi pensionati dell’IDF alla Knesset siano fuggiti dal voto. Non sono in grado di guardare i soldati negli occhi».
Durissimo il Likud che in una nota ha affermato «nel mandato precedente, abbiamo aumentato gli stipendi dei soldati del 50%. Oggi, il governo Bennett ha dato 53 miliardi di NIS a Mansour Abbas e zero NIS per aumentare gli stipendi dei soldati. Questo cattivo governo sembra che dipende dal movimento islamico».