Come la Fratellanza Musulmana vuole sdoganare Hamas in Europa

Traggo spunto da un interessante riflessione di Avi Issacharoff uscita oggi sul Times of Israel [1] dove il giornalista israeliano fa una disanima precisa e puntuale sul collegamento tra Hamas e Fratellanza Musulmana in Europa e come la confraternita islamica stia tentando in tutti i modi di sdoganare i terroristi di Hamas nel vecchio continente cercando di farli passare come unici e legittimi rappresentanti dei palestinesi.

Alla fine di febbraio si è tenuta a Istanbul, in Turchia, la Palestinians Abroad Conference cioè la conferenza che ufficialmente avrebbe dovuto promuovere e organizzare le azioni globali a favore dei palestinesi. Alla conferenza hanno partecipato migliaia di arabi palestinesi provenienti da tutto il mondo. Sin da subito però si è visto a cosa puntava realmente questa conferenza patrocinata da Erdogan, non esattamente una conferenza attenta alla questione palestinese quanto piuttosto interessata a promuovere Hamas quale unico vero rappresentante delle istanze palestinesi.

La maggior parte degli intervenuti aveva come unico comun denominatore l’appartenenza alla Fratellanza Musulmana e ben presto ogni discorso e ogni proposta si è incentrata sul sostegno ad Hamas più che a proposte per gli arabi palestinesi.

Scrive Avi Issacharoff: «il loro obiettivo comune è quello di promuovere la legittimità internazionale di Hamas in Europa, Africa e Medio Oriente, ma anche in America Latina nel tentativo di sfidare l’OLP come unico rappresentante degli arabi palestinesi».

Attenzione perché questa cosa non è da sottovalutare in quanto, come spiega lo stesso Avi Issacharoff, in questo modo si punta a creare una infrastruttura globale di sostenitori di Hamas che non forniscono solo assistenza ai terroristi ma anche un discreto supporto economico proprio grazie alle capacità organizzative della Fratellanza Musulmana.

E qui entriamo in un discorso complesso e articolato perché, soprattutto in Europa, la Fratellanza Musulmana è fortemente radicata. La Gran Bretagna è il Paese dove i Fratelli musulmani sono più radicati ma anche la Germania non è da sottovalutare, mentre nel resto del vecchio continente i Fratelli Musulmani faticano di più a emergere anche se in Italia, per esempio, stanno cercando di formare il primo partito islamico.

Il mezzo con il quale la Fratellenza Musulmana cerca di sdoganare Hamas in occidente è la famigerata “Campagna Globale contro l’aggressione” (Global Anti-Aggression Campaign) nata in Arabia Saudita nel 2003 e poi trasferitasi in Qatar dopo che i sauditi hanno messo fuorilegge la Fratellanza Musulmana. Del gruppo fanno parte personcine perbene come alti esponenti di Al Qaeda e naturalmente della leadership di Hamas come Khaled Mashaal, eppure viene tacitamente accettato in Europa con addirittura sospetti di finanziamento da parte della UE (ma lo dobbiamo verificare quindi ne parleremo meglio una volta fatti i dovuti riscontri).

Ora il punto qual’è? La Conferenza di Istanbul ha sancito ufficialmente la strategia globale della Fratellanza Musulmana e di Hamas e non è mai stata così chiara, così apertamente e sfacciatamente prepotente. Questa strategia per sdoganare Hamas e trasformarlo in un movimento politico accettato anche in occidente fa leva unicamente sulla tolleranza europea sia verso i Fratelli Musulmani che verso Hamas e può giovarsi addirittura di complicità politiche quali quelle evidenti in Svezia e nel Regno Unito. Non c’è molto da analizzare o da ipotizzare, sono dati di fatto. E’ un dato di fatto che uno dei maggiori rappresentanti della Fratellanza Musulmana in Europa e membro influente nonché ex segretario Generale della Global Anti-Aggression Campaign sia quel Abd al-Rahman al-Nuaimi accusato dagli Stati Uniti di usare una organizzazione per la difesa dei Diritti Umani (Alkarama) per finanziare il terrorismo islamico, da Al Qaeda all’ISIS passando per Hamas, eppure libero di girare l’Europa e di fare conferenze. E’ un dato di fatto che i Fratelli Musulmani mettono a disposizione di questa gente la loro impressionante struttura globale per raccogliere fondi da destinare al terrorismo islamico e per fare propaganda. E’ un dato di fatto che i terroristi di Hamas facciano parte della Fratellanza Musulmana e che attraverso di loro cerchino di accedere ai fondi europei e che puntino a un riconoscimento politico. Dati di fatto non ipotesi che però non interessano l’Europa che continua imperterrita a permettere l’intrusione dei Fratelli Musulmani nel sistema e nella società europea.

Circa un anno fa abbiamo lanciato la campagna per inserire la Fratellanza Musulmana nella lista delle organizzazioni terroristiche, una cosa già fatta da diversi Paesi arabi quali l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e altri. Eppure in Europa i Fratelli Musulmani sono liberi di portare avanti il loro progetto di Jihad Globale al quale adesso, dopo la conferenza di Istanbul, si unisce quello di sdoganare Hamas. Non lo possiamo permettere, non possiamo permettere che l’Unione Europea chiuda gli occhi sul progetto dei Fratelli Musulmani e che li lasci operare nel proprio territorio. Non si tratta di una operazione anti-islamica – come in tanti si affretteranno a dire – ma si tratta di una operazione di salvaguardia dei valori europei e della legalità. Purtroppo, come abbiamo visto in questi mesi, l’Europa sembra cieca e sorda e continua a permettere a questi sostenitori del terrorismo di fare il bello e il cattivo tempo e addirittura potrebbe indirettamente finanziarli attraverso le tante associazioni islamiche legate alla Fratellanza Musulmana. Noi vogliamo porvi fine e soprattutto non permetteremo alla Mogherini di turno di sdoganare Hamas in Europa.

[1] Articolo di Avi Issacharoff sul Times of Israel

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