La Lega Nord punita dalle paghette di Bossi

22 Maggio 2012

E’ stata una vera e propria Caporetto per la Lega Nord. Questi ballottaggi oltre ad evidenziare che la gente è stanca di questa assurda classe politica (astensionismo da record), oltre a consegnare una grande città al nuovo comico italiano (dopo Berlusconi, Grillo) ha conclamato la netta sconfitta della Lega Nord, certo prevedibile, ma non a questi livelli.

Su sette comuni dov’era ai ballottaggi la Lega Nord li ha persi tutti e sette, una decable senza precedenti. A pesare sono state sicuramente le inchieste che hanno riguardato la famiglia Bossi e il Cerchio Magico le quali hanno evidenziato una “magna magna” da parte di coloro che chiamavano ladroni quelli di Roma che in confronto certi “signori romani” passano da dilettanti. La fine del mito della Lega Nord pulita e non ladrona.

Non è bastata nemmeno la pulizia istantanea fatta dai maroniani nei confronti dei ladroni, fatto più unico che raro nella politica italiana, ma che probabilmente è stato preso dalla gente come la resa dei conti di una faida interna piuttosto che come una pulizia vera e propria.

A rendere più evidente la sconfitta sono i nomi delle città dove la Lega ha perso, vere e proprie roccaforti leghiste fino a pochi giorni fa: Cantù, Palazzolo, Meda, Tradate, Senago, Thiene e San Giovanni Lupatoto.

E adesso cosa si aspettano gli elettori leghisti da Maroni & C.? Innanzitutto una vera pulizia, non una cosa soft. Non si deve guardare in faccia nessuno, anche se si tratta di Umberto Bossi, finora intoccabile. E poi una linea politica seria e non le buffonate viste fino ad oggi (secessione, ministeri al nord ecc. ecc.). Ma soprattutto la gente si aspetta una nuova classe politica, slegata completamente da quella vecchia dei ladroni padani, una classe politica alla Tosi per fare un esempio, pulita e competente.

Le paghette di Bossi junior e il ladrocinio del Cerchio Magico sono costati carissimo alla Lega Nord, ben oltre il previsto. Di questo Maroni & C. ne dovranno tenere conto. Non c’è più spazio per le buffonate.

Carlotta Visentin

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