Il Ministro degli Esteri israeliano, Avidgor Liberman, ha deciso di rompere gli indugi e di criticare apertamente la “politica delle parole” del Premier Netanyahu.
«Quando Begin decise di distruggere il reattore iracheno di Osiraq non fece tanti discorsi, una mattina ci siamo alzati e il reattore non c’era più» ha detto Liberman in una intervista al canale israeliano Channel 2. «Lo stesso è avvenuto per il reattore siriano, una mattina ci siamo alzati e il reattore non c’era più. Troppe parole rovinano la nostra deterrenza. Con l’Iran è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti».
Liberman critica in particolare il fatto che, secondo lui, Netanyahu ha minacciato troppe volte di attaccare le centrali nucleari iraniane senza però mai farlo. «Israele ha bisogno di prendere decisioni non di fare discorsi» ha detto con molta decisione Liberman.
Liberman critica indirettamente anche la decisione di Netanyahu di andare a parlare al Congresso USA giudicando tale decisione «ulteriore tempo perso dietro alle follie di Obama. La “politica delle parole” deve lasciare il passo alla “politica dei fatti”» ha concluso Liberman.
Non è la prima volta che Liberman critica la politica di Netanyahu giudicata “troppo prudente” e “fatta di troppe parole e di pochi fatti”. «Israele è sotto una seria e concreta minaccia esistenziale che arriva da diverse parti, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti» ha detto infine Liberman ai giornalisti di Channel 2.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Sarah F.
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