Forse uccisi due ostaggi italiani rapiti in Libia lo scorso luglio. A riferirlo è la Farnesina che però ammette che al momento, in mancanza dei corpi, non è possibile confermare la loro uccisione. I morti sarebbero Fausto Piano e Salvatore Failla, uccisi sembra durante uno scontro a fuoco dalle dinamiche ancora incerte.

ONU: quando è troppo è troppo

Il processo di pace in Libia voluto dalla maggioranza dei libici è ostacolato da pochi individui senza scrupoli che per meri interessi personali si oppongono alla creazione di un Governo di Unità Nazionale. E’ quello che ha detto ieri il capo della UNSMIL, Martin Kobler, al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

La disanima di Kobler è impietosa. «Sia nella Libia occidentale che in quella orientale ci sono individui impegnati a fare tutto quanto in loro potere per minare il processo politico di pacificazione e a impedire la nascita di un Governo di Unità» ha detto Kobler al Consiglio di Sicurezza dell’Onu aggiungendo poi che «a questi individui va detto chiaramente e senza mezzi termini che quando è troppo è troppo». Martin Kobler chiede un intervento più incisivo e deciso da parte dell’Onu e fissa in lunedì prossimo il termine ultimo per la creazione di un Governo di Unità Nazionale in Libia dopo di che convocherà di nuovo le parti per comunicare che l’Onu procederà “in altro modo”.

Da settimane si aspetta che il Governo di Tobruk accetti il piano Onu per la formazione di un Governo di Unità Nazionale in modo che la Comunità Internazionale possa agire più incisivamente contro i terroristi dello Stato Islamico, terroristi che anche ieri hanno seminato il panico in un villaggio tunisino al confine con la Libia dimostrando che non è solo la Libia a correre seri rischi ma che è tutta l’area ad essere sotto la minaccia dello Stato Islamico.

Intanto l’Italia, con l’appoggio degli Stati Uniti, si propone per la guida di una eventuale missione in Libia volta a pacificare l’area, a condizione però che sia il nuovo Governo libico a chiederlo in maniera esplicita. Per questo, di fatto, la mancanza di un accordo pregiudica anche qualsiasi eventuale intervento della comunità internazionale volto a combattere l’espansione dello Stato Islamico in nord Africa.

Redazione