Il nuovo Hezbollah siriano sta nascendo e sarà agli ordini diretti del comando delle Guardie della Rivoluzione iraniana (i pasdaran) e anche se prende il nome di un battaglione dell’esercito di Damasco nei fatti è agli ordini diretti di Teheran.
Ne parla oggi Yaron Friedman sulle colonne del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth. Friedman cita il 313esimo battaglione formato da soli sciiti siriani e con sede a Daraa, nei pressi della frontiera con la Giordania. 313 non è un numero a caso per gli sciiti ma è quasi un numero magico. 313 è infatti il numero di combattenti che arriveranno con il Mahdi, il “Messia” sciita. Non ha caso i fondatori del 313esimo battaglione si sono dati il nome di Ansar al-Mahdi (sostenitori del Messia).
Nei fatti il 313esimo battaglione non è altro che il tentativo dell’Iran di creare un un nuovo Hezbollah in Siria, qualcosa di simile (se non identico) a quel gruppo terrorista che tiene in ostaggio il Libano e che risponde direttamente agli ordini di Teheran. Ma questa “emulazione” degli Hezbollah libanesi va anche oltre perché, a differenza dei cucini libanesi, il nuovo Hezbollah siriano potrà mettere in mostra lo stemma dei pasdaran iraniani, una sorta di gruppo terrorista VIP che dipende direttamente dal comando delle Guardie della Rivoluzione.
L’inganno iraniano
Con questa mossa a Teheran pensano di bypassare quanto previsto nell’accordo di cessate il fuoco raggiunto da Russia e Stati Uniti il quale prevede che tutte le milizie straniere presenti in Siria lascino il Paese. E anche se ieri il Ministro degli esteri russo, Sergey Lavronv, ha detto che l’Iran è legittimato a mantenere la sua presenza in Siria, in realtà in base a quell’accordo non sarebbe proprio così. Con questo escamotage i pasdaran continueranno in ogni caso a rimanere in Siria.
Le preoccupazioni di Israele e Giordania
La cosa non preoccupa solo Gerusalemme ma anche Damasco. La crescente presenza iraniana nel sud della Siria minaccia anche la Giordania che infatti aveva messo la sua firma sull’accordo di cessate il fuoco. Ma a Teheran, dove sono maestri dell’inganno, probabilmente avevano già pianificato il tutto. Così l’Iran mantiene la sua presenza in Siria pur restando con “la faccia pulita”. Dal canto loro gli israeliani erano pronti a una evenienza del genere. L’intelligence israeliana segnala già da tempo il reclutamento massiccio di giovani siriani sciiti nelle fila dei pasdaran ai quali vengono garantiti particolari benefit dalle Guardie della Rivoluzione iraniana. L’ufficialità della nascita del 313esimo battaglione mette quindi in evidenza quello che a Gerusalemme sapevano già da tempo. Ciò non toglie che la cosa preoccupi. Colpire il 313esimo battaglione come si è fatto fino ad oggi con Hezbollah, nel caso si dovesse appurare che ricevano armi dall’Iran, significherebbe colpire l’esercito siriano e non una “milizia straniera”. Non è la stessa cosa sia a livello militare che diplomatico. E’ indubbio quindi che l’inganno iraniano mette Israele in difficoltà.
Il “progetto 313” sul Golan
Quello che si teme a Gerusalemme è che il 313esimo battaglione, una volta addestrato dai pasdaran e armato a dovere, si trasferisca da Daraa alle Alture del Golan dove prenderebbe il posto degli Hezbollah. A quel punto nessuno potrebbe dire che gli iraniani o Hezbollah minacciano Israele anche se in realtà sarebbe esattamente così. E’ un piano diabolico che sta funzionando perfettamente. In sostanza il “progetto 313”, come lo chiamano al Mossad, altro non è che la continuazione del piano iraniano di posizionarsi a ridosso del confine con Israele, ma con la variante che a farlo per conto di Teheran sarebbero gli sciiti siriani, l’Hezbollah siriano, i quali essendo in loro territorio difficilmente potrebbero essere accusati di qualcosa. Veramente, se ci pensate è diabolico.
L’evoluzione della presenza iraniana in Siria
Ma non è solo il 313esimo battaglione a preoccupare Israele e Giordania. Oggi l’Iran può vantare tre basi militari in Siria, una presso l’aeroporto di Damasco, la seconda nell’area di Set Zaynab, sempre vicino a Damasco, la terza invece si trova a nord e precisamente a Jabal Azzan, vicino ad Aleppo. Poi ce ne sarebbe una quarta ancora in costruzione posizionata a El-Kiswah, 14 km a sud di Damasco, della quale abbiamo riferito pochi giorni fa. E se tutto questo non bastasse Teheran e Mosca stanno discutendo di una base navale iraniana nella Siria nordoccidentale e di almeno un paio di aeroporti militari. A questa evoluzione della presenza iraniana in Siria vanno poi aggiunte le basi permanenti di Hezbollah che in teoria, in base all’accordo di cessate il fuoco, andrebbe smantellate. Queste basi (in totale quattro) si trovano lungo il confine con il Libano e più precisamente a Al-Qusayr, ad al-Zabadani, sui monti Qalamun e a sud di Sargaya. Ora dovrebbe essere più chiaro quello che sta avvenendo realmente in Siria. In sostanza, come si temeva, l’Iran ha sostituito lo Stato Islamico e lo ha fatto direttamente o indirettamente attraverso i propri proxy. L’ultima mossa di questa vera e propria strategia di sostituzione è la nascita del 313esimo battaglione che permetterà all’Iran di fare praticamente ciò che vuole in Siria pur rimanendo con la “faccia pulita”. Lo ripeto, è diabolico.