Molte “grandi testate” hanno deciso di non fare pubblicità allo Stato Islamico e anche noi in diverse occasioni abbiamo deciso di non pubblicare video raccapriccianti di esecuzioni e decapitazioni, ma evitare di parlarne o farlo in maniera sommaria ci sembra davvero troppo. Per questo abbiamo mostrato il video della devastazione delle opere d’arte a Mosul e per questo vogliamo parlare del documento redatto in perfetto italiano che da giorni circola in rete nel quale un certo Mehdi illustra lo Stato Islamico visto con gli occhi di un fervente credente musulmano nel tentativo non solo di fare proseliti ma anche e soprattutto di dare al Califfato un parvenza legale.
Il documento, come abbiamo detto, è in perfetto italiano anche se stilisticamente non è proprio un capolavoro. Redatto probabilmente con un programma di scrittura (a noi sembra OpenOffice ma potrebbe anche essere Windows Office con l’uso di alcuni stili particolari) e poi trasformato in PDF, contiene molte fotografie e riferimenti a link mediatici che il lettore può trovare liberamente in rete nella piattaforma archive.org (che fine ha fatto l’oscuramento promesso da Governi e Hacker vari?).
La prima cosa che l’autore si prefigge di fare è quella di dare legalità allo Stato Islamico. Rimanda a un riferimento in cui spiega con dovizia di particolari e riferimenti alla legge islamica perché il Califfato è perfettamente legale (questo link, come altri, non li pubblichiamo). Poi pubblica una serie di interviste a vari personaggi del Califfato tra i quali il “capo dell’ufficio per la protezione del consumatore”, al “capo della divisione per i reclami del consumatore”, al “capo della polizia islamica” e via dicendo. Insomma si da parecchio da fare per mostrare un vero Stato Islamico con tutte le sue funzioni come un qualsiasi altro Stato. Addirittura ci spiega che hanno coniato una loro moneta, il Dinar, che hanno un loro sistema economico, un sistema sanitario, un sistema scolastico, ecc. ecc. Insomma, uno Stato Islamico a tutti gli effetti. La cosa non è da poco perché si mira a convincere i giovani occidentali che quando gli dicono che lo Stato Islamico è qualcosa di illegale gli raccontano una menzogna. La cosa sembra più indirizzata al mondo islamico e a chi, proprio da questo mondo, contesta la legalità dello Stato Islamico. E’ molto convincete, bisogna ammetterlo, anche sa basato probabilmente su invenzioni di sana pianta (specie quando si descrive lo Stato Islamico come un “mondo perfetto”) e su interpretazioni personali dell’autore. Tuttavia dall’Islam “moderato” italiano non è ancora arrivato nessun segnale di contestazione di questi documenti, si presume quindi che acconsentano (ma ne parleremo dopo).
Un’altra cosa che ci sembra l’autore del documento cerchi di fare è mostrare la potenza militare dello Stato Islamico. In una fotografia mostra persino un aereo militare (un po’ vecchiotto a dire il vero) “sequestrato” all’esercito siriano. Il richiamo alle armi e alla Jihad contro tutti gli infedeli è molto forte, motivato e ragionato, un invito alla unione di tutti i musulmani contro il resto del mondo fino a quando non resterà solo il mondo musulmano. Di particolare effetto quando, citando presumibilmente il Corano, afferma che:
[quote_center] “L’Umanità è divisa in due e soli due campi. Un campo di Imam esente da ipocrisia e un campo di miscredenza esente da Imam” [/quote_center]
In questo particolare frangente invita i fedeli musulmani a obbedire agli ordini del Califfo e a combattere tutti gli infedeli fino alla loro completa distruzione. E così dopo aver speso tanto tempo a dimostrale la “legalità” dello Stato Islamico passa direttamente a parlare di quello che è il vero obbiettivo del Califfato, l’annientamento totale di tutti gli infedeli, quelli cioè che non si piegano alle leggi del califfo, compresi i musulmani stessi. Lo Stato Islamico per i musulmani veri, non per quelli che “convivono” con i miscredenti, che poi saremmo noi, cioè tutto il resto dell’Umanità che, secondo il Califfo, va spazzata via.
Lo Stato Islamico in Italia e le minacce
Il testo è scritto chiaramente da un italiano (potrebbe essere uno di quegli “immigrati integrati” di terza generazione) e punta dritto a fare proselitismo in Italia. Sebbene scoperto di recente dal sito web Wikilao risale a diverso tempo fa (sembra al 3 dicembre) e anche se i download sembrano essere stati pochi le letture potrebbero essere state migliaia. Per di più il sistema conteggia solo i download veri e propri e non i salvataggi come documento PDF quindi potenzialmente potrebbe essere stato scaricato migliaia di volte. E’ altamente probabile che sui forum musulmani frequentati da italiani sia stato quindi largamente propagandato in questi mesi. Come mai non se ne è saputo nulla fino alla scoperta di Wikilao? La nostra impressione è che il documento sia stato deliberatamente “non denunciato” e a parziale conferma di tutto questo c’è il sostanziale silenzio del cosiddetto “islam moderato”. Ci saremmo aspettati una tempestiva presa di posizione, soprattutto in merito alle esplicite minacce all’Italia contenute nel documento. Eppure sul versante “islamico-moderato” tutto tace. Non hanno nemmeno contestato la tesi dello Stato Islamico legale. Almeno quello ce lo saremmo aspettati. La sensazione che alla fine molti musulmani italiani condividano l’ideologia dello Stato Islamico è purtroppo molto forte e, detto francamente, vorremmo essere smentiti il più in fretta possibile.
Appello alla Comunità Islamica Italiana
Dopo questo documento chiediamo alla Comunità Islamica Italiana di prendere fermamente e tempestivamente posizione, sia sulle minacce all’Italia che sulla affermazione che secondo il credo musulmano lo Stato Islamico è perfettamente legale. Il silenzio equivale a un assenso e non è più tollerabile. Oltre a questo chiediamo alla Comunità Islamica Italiana di aiutare con ogni mezzo le forze dell’ordine a cercare di identificare il firmatario del documento, quel Mehdi che ha caricato sul web documentazione e filmati. Lo Stato Islamico è chiaramente ramificato anche in Italia e può contare sul contributo di italiani. La Comunità Islamica Italiana ha il dovere di denunciarlo con forza e di respingere apertamente e senza fraintendimenti l’ideologia assassina e genocida dello Stato Islamico.
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