Una eccellente analisi di Yaron Friedman su Yedioth Ahronoth analizza il futuro del Medio Oriente una volta che ISIS sarà definitivamente sconfitto e non c’è da stare allegri, né per Israele né per le altre potenze regionali sunnite.
Yaron Friedman parte da una attenta analisi del flusso di notizie dei media arabi, uno studio che rivela come la faccenda palestinese sia stata relegata dai media arabi in posizione decisamente subalterna rispetto ad altri problemi che sta affrontando il mondo arabo. Passati i giorni delle rivolte per i metal detector sul Monte del Tempio la questione palestinese è subito scomparsa dai radar dei media arabi (e qui si dimostra buona la scelta di Netanyahu di cedere alle pressioni arabe) i quali sono tornati a concentrarsi su due punti fondamentali: ISIS ed Hezbollah.
Il Libano negli artigli di Hezbollah
Uso un termine adottato proprio da Friedman per introdurre l’argomento che per Israele e il mondo arabo sunnita è sicuramente quello più importante, quello cioè relativo a Hezbollah e quindi all’Iran. I media arabi negli ultimi giorni si sono concentrati principalmente sulla battaglia tra i terroristi di Hezbollah e i ribelli siriani lungo il confine tra Siria e Libano, più precisamente nell’area di Arsal. Non è tanto lo scontro in se a fare notizia quanto piuttosto la consapevolezza che Hezbollah abbia ormai il pieno controllo del Libano e del suo territorio e ne sia diventato “il difensore ufficiale”. L’esercito libanese non ha più il controllo del territorio e anche per la sua difesa si affida totalmente ai terroristi sciiti eterodiretti da Teheran.
“Oggi in Medio Oriente l’esercito di Hezbollah è il più potente dopo quello israeliano”
L’interesse dei medi arabi per le “imprese” di Hezbollah non è casuale. Il gruppo terrorista libanese negli ultimi anni si è notevolmente rafforzato nonostante le ingenti perdite nella guerra in Siria. E’ indiscutibile che oggi in Medio Oriente quello degli Hezbollah sia l’esercito più potente dopo quello israeliano. Lo sanno bene a Gerusalemme, per questo quasi tutti gli sforzi della intelligence israeliana sono rivolti a impedire che i terroristi libanesi si rafforzino ulteriormente con armi avanzate. I fronti di guerra per Israele sono diversi, come dimostra il lancio di un missile da Gaza avvenuto l’altro ieri, ma il vero fronte, quello su cui si combatterà la prossima grande guerra, è quello del nord, quello della guerra con Hezbollah e quindi con l’Iran.
Tutti concentrati su ISIS ma il vero pericolo è Hezbollah
“In mano agli Hezbollah significa in mano all’Iran”
Mentre russi e americani sono concentrati sulla guerra allo Stato Islamico in Siria e in Iraq, gli Hezbollah stanno letteralmente fagocitando territorio siriano approfittando della debolezza dell’esercito siriano che affermano di voler aiutare. Nei fatti anche il territorio siriano liberato dai vari gruppi ribelli e dall’ISIS è in mano ai terroristi libanesi e non all’esercito di Assad. Questo non è un dettaglio trascurabile perché “in mano agli Hezbollah” significa in mano all’Iran, significa che il piano degli Ayatollah di creare un corridoio che unisca l’Iran al Libano è una realtà. Per Israele significa un considerevole aumento dei rischi per la propria sicurezza mentre per gli arabi sunniti, già in guerra con gli sciiti su diversi fronti, significa cedere all’Iran una parte importante del mondo arabo sunnita e perdere il conflitto sul controllo del Medio Oriente.
In sostanza, le terre liberate dall’ISIS e dai gruppi jihadisti vicini ad Al Qaeda vengono occupate da Hezbollah, non dall’esercito siriano, non passano quindi sotto il controllo di Damasco ma sotto quello di Teheran che usa i terroristi libanesi come mezzo di conquista territoriale.
“Un conto è avere lo sgangherato esercito siriano al confine con Israele, un conto invece è avere gli Hezbollah e l’esercito iraniano”
Il dettaglio non è irrilevante, soprattutto per quanto riguarda la difesa di Israele. Un conto è avere lo sgangherato esercito siriano al confine con Israele, un conto invece è avere gli Hezbollah e l’esercito iraniano. A Gerusalemme sono preoccupatissimi di questa evoluzione sul terreno siriano, di questa vera e propria conquista territoriale attuata da Teheran per mezzo dei terroristi libanesi. Si stanno studiando contromisure e si stanno analizzando i dati che arrivano dalla intelligence, ma per il momento le soluzioni non si vedono a meno di non voler intervenire direttamente nel conflitto in Siria, il che provocherebbe una sollevazione internazionale.
E’ una spirale molto pericolosa che però sembra non interessare la comunità internazionale e gli Stati Uniti che continuano a vedere in ISIS il pericolo più grave quando invece sono le manovre iraniane perpetrate per mezzo di Hezbollah il pericolo più grave per il Medio Oriente. Lo sanno bene in Israele come del resto sanno che i tempi per decidere cosa fare sono strettissimi. La manovra a tenaglia iraniana su Israele è già cominciata.
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