Com’era ampiamente prevedibile Hezbollah non ha tardato a far sentire la propria voce dopo l’attacco americano a una base dell’esercito siriano avvenuto ieri come rappresaglia per l’uso da parte del regime siriano di armi chimiche sui civili.

Con una dichiarazione ufficiale Hezbollah ha accusato gli Stati Uniti di «promuovere una politica aggressiva volta a contrastare la Umma islamica al fine di perseguire gli interessi sionisti nelle regione».

Il comunicato definisce l’attacco missilistico americano «stupido e finalizzato ad aiutare i terroristi sostenuti dalla entità sionista».

Poi Hezbollah passa direttamente alle minacce non troppo velate contro Israele quando dice che «tali azioni non potranno passare senza conseguenze per coloro che le hanno pianificate e che sostengono il terrorismo in Siria» riferendosi in particolare alla «entità sionista» che secondo gli Hezbollah «conduce una politica peccaminosa contro la Umma islamica in Siria favorendo i terroristi».

«La mossa stupida dell’amministrazione Trump ha inaugurato un periodo di tensione molto seria nella regione che non potrà che complicare la situazione in tutto il mondo» ha tuonato Hezbollah.

Diversi media vicini a Hezbollah e al regime iraniano hanno sottolineato come “l’asse delle resistenza in Siria” (Iran, Russia ed Hezbollah) non si farà intimidire dagli Stati Uniti che agiscono per conto di Israele e che sono pronti a reagire con la massima durezza.

A Gerusalemme, pur essendo completamente estranei all’attacco americano in Siria, non prendono sottogamba le minacce di Hezbollah e hanno deciso di aumentare il già elevato livello di allarme nel nord del Paese. Il Mossad monitora i movimenti delle truppe iraniane e dei terroristi di Hezbollah nel Golan mentre lo Shin Bet sta costantemente monitorando i gruppi palestinesi legati ad Hezbollah che agiscono in Giudea e Samaria. Per le imminenti festività della Pasqua ebraica è stato deciso di sigillare la Cisgiordania, i valichi con Gaza e di aumentare la presenza militare nel nord del Paese.