Un missile è stato sparato questa mattina da Gaza sul sud di Israele. L’ordigno è caduto in territorio aperto nell’area del Consiglio regionale di Sha’ar Hanegev senza provocare vittime, feriti o danni. La traettoria del missile è stata attentamente monitorata dal sistema Iron Dome e quando è stato chiaro che non avrebbe colpito centri abitati è stato deciso di non attivare le sirene di allarme.

Esperti del IDF sono sul posto dell’impatto per recuperare i resti del missile e cercare indizi sulla sua provenienza. Questo è il terzo attacco in poco tempo che colpisce il sud di Israele, dopo quelli dell’inizio di febbraio e della scorsa settimana che però sono partiti dal Sinai.

Al momento non ci sono notizie di reazione israeliana all’attacco anche se è prevedibile che a Gerusalemme non lasceranno perdere.

Escalation della tensione come unica politica di Hamas

Dopo la nomina di Yahya Sanwar a capo di Hamas e il conseguente avvicinamento del gruppo terrorista alle posizioni iraniane, a Gerusalemme erano sicuri che era solo questione di tempo prima che la strategia della escalation della tensione riprendesse quota in Hamas. Ancora è troppo presto per definire la portata di questo episodio ma se Israele dovesse giustamente reagire contro Hamas si potrebbe assistere a quanto già visto troppe volte in passato. Yahya Sanwar è un uomo di guerra non di pace o di trattative e adesso Hamas ha bisogno di ricompattare il mondo islamico e degli odiatori attorno a se. E cosa c’è di meglio che spingere Israele a reagire?

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