Giusto per non incorrere in equivoci, precisiamo subito che la pericolosità di ISIS e Iran per l’occidente non è in discussione. Sono ambedue pericolosissime entità (più l’Iran di ISIS) e non c’è quindi la volontà da parte nostra di minimizzare. Tuttavia come sempre accade i pericoli maggiori arrivano spesso da chi meno ce lo aspettiamo, da chi cioè abbiamo in casa (o quasi). In questo caso il pericolo, sino ad oggi ampiamente sottovalutato, arriva dalla Turchia di Erdogan.

Cosa sta facendo Erdogan

Negli ultimi tempi Erdogan è attivissimo su diversi fronti, tutti però legati sia agli interessi della Fratellanza Musulmana che a quelli legati al sogno del dittatore turco di resuscitare l’impero ottomano, chiaramente adattato ai tempi correnti.

Africa: Erdogan è particolarmente attivo in Africa dove ha concluso un accordo con il dittatore sudanese Omar al-Bashir per ottenere il controllo militare della strategica Isola di Suakin, sul Mar Rosso, un accordo oltre tutto ampiamente contestato da alcuni leader sudanesi ma che al dittatore Bashir fa comodo nella sempre più probabile guerra con l’Egitto. In Somalia ha inviato un contingente di truppe aprendo una base permanente a Mogadiscio, ufficialmente per addestrare la polizia somala, ufficiosamente per basarsi in maniera permanente in una zona che interessa strategicamente la Fratellanza Musulmana. Da ottobre 2017, cioè da quando la base è stata aperta, ad oggi i militari turchi sono passati da poche migliaia a oltre 15.000 secondo le fonti locali che tuttavia non siamo stati in grado di verificare. Ma nell’agenda di Erdogan ci sono altri Paesi africani tra i quali L’Etiopia, la Tanzania, molti Paesi sub-sahariani dove la Fratellanza Musulmana ha particolari interessi e dove è sempre più introdotta grazie ai finanziamenti per le moschee arrivati oltre che dalla Turchia dal Qatar.

Medio Oriente: questa è l’area dove il dittatore turco è più visibilmente attivo. Proprio ieri ha dato il via a una offensiva contro i curdi siriani delle Unità di Protezione Popolare (Ypg) nell’area di Afrin, una mossa che rischia di portare ulteriore caos in una Siria già devastata e che ha fatto infuriare prima di tutti gli americani, alleati del Ypg, ma anche i russi e lo stesso Bashar al-Assad. Appoggia apertamente il gruppo terrorista palestinese di Hamas che ha addirittura una sede ufficiale a Istanbul. Conduce una politica apertamente ostile ed aggressiva verso Arabia Saudita ed Egitto e per questo non lesina accordi trasversali con l’Iran. Erdogan si vede come il leader della Fratellanza Musulmana a livello globale e il fatto che proprio i Fratelli Musulmani vengano considerati un gruppo terrorista dai Paesi del Golfo e dall’Egitto lo ha spinto nella braccia degli Ayatollah iraniani. In occasione del riconoscimento americano di Gerusalemme quale capitale di Israele ha organizzato una riunione di emergenza della Organizzazione della Cooperazione Islamica dove non ha lesinato attacchi a Israele definendolo uno “Stato terrorista” e chiedendo al mondo islamico di agire contro il piccolo Stato Ebraico, una riunione che però è servita più a cercare di dimostrare la propria ambizione di leadership sul mondo islamico che ad altro. Proprio in queste ore sta minacciando di attaccare altre enclavi curde in Siria e in Iraq.

Europa: Erdogan tiene sotto ricatto l’Unione Europea con un accordo sui profughi siriani che proprio in queste ore rischia di saltare a causa della volontà europea di interrompere le trattative per l’adesione della Turchia alla UE. Contemporaneamente è molto attivo sul fronte del sostegno politico ed economico alla Fratellanza Musulmana che in Europa è sin troppo tollerata essendo vista, incredibilmente, come “islam moderato” o peggio ancora come la rappresentazione dell’islam politico.

A questo, pur essendo il riassunto abbastanza sintetico per ragioni di spazio, dovrebbe essere chiara la pericolosità del dittatore turco, oltre tutto aggravata pesantemente dalla appartenenza della Turchia alla NATO, una appartenenza che da ai turchi la possibilità di accedere non solo ai piani difensivi dell’Alleanza Atlantica ma anche a informazioni di intelligence altamente classificate che riguardano l’Iran, alleato de facto della Turchia, e con molta probabilità riguardanti anche Israele che invece è nemico giurato degli iraniani. Chi ci dice che Erdogan non userà quelle informazioni per i propri loschi scopi finalizzati a fargli raggiungere la tanto agognata leadership del mondo islamico? Chi ci dice che non passerà quelle informazioni all’Iran magari in cambio di qualcosa utile alle sue mira espansionistiche?

Abbiamo la netta sensazione che si sottovaluti troppo la pericolosità della Turchia di Erdogan e della Fratellanza Musulmana legata a doppio filo con il dittatore turco. Ci sembra che sia la UE che gli Stati Uniti stiano concedendo troppa corda alle mire espansioniste di Erdogan. L’Europa lascia che la Fratellanza Musulmana faccia il suo comodo e che addirittura si presenti come islam politico, gli USA stanno chiudendo tutti e due gli occhi di fronte alla evidente incompatibilità tra l’appartenenza della Turchia alla NATO e le sue politiche con i nemici della NATO stessa.

Ed è proprio questa assurda cecità che rende la Turchia forse addirittura più pericolosa di ISIS e dello stesso Iran, la Turchia ce l’abbiamo praticamente in casa.