Se mancava la riprova che nessun paese arabo vuole i rifugiati siriani ci hanno pensato Marocco e Algeria a fornircela.
Un gruppo di rifugiati siriani composto da una cinquantina di uomini donne e bambini si trova imprigionato tra il confine marocchino e quello algerino in attesa che i due paesi arabi decidano chi di loro dovrà ospitarli. Per il momento sia Marocco che Algeria sono fermamente interessati a non accoglierli e si rimpallano accuse di voler scaricare i 50 profughi (non migliaia, cinquanta). Addirittura la lite è arrivata a sfiorare l’incidente diplomatico quando sia il Marocco che l’Algeria hanno convocato i rispettivi ambasciatori per elevare formare protesta rimpallandosi accuse di immoralità.
Nel frattempo una donna siriana è stata costretta a partorire in mezzo alle rocce senza alcun supporto medico e senza alcuna assistenza da parte di chicchessia, mentre solo l’intervento di volontari che oggi hanno portato coperte, alimenti e generi di conforto ha alleviato le sofferenza dei rifugiati siriani.
La cosa assurda, dice Mohammad Moulay Ammari, uno dei volontari che stanno assistendo i rifugiati siriani, è che stiamo parlando di una cinquantina di persone e non di migliaia di profughi. Insomma, non siamo di fronte a una invasione di profughi siriani in Marocco e in Algeria. Si vuole, sempre secondo il volontario, mandare un segnale forte che più o meno suona come: «noi non vogliamo i rifugiati siriani».
Qualcuno accampa vecchie liti di confine tra Marocco e Algeria per giustificare questo comportamento indecente e disumano, ma la dura realtà dei fatti è che probabilmente il volontario arabo ha ragione nel dire che, se si tolgono i paesi confinanti con la Siria, nessun paese arabo intende farsi carico dei rifugiati siriani. E’ un dato di fatto che con questa assurda lite per cinquanta profughi siriani viene evidenziato in tutta la sua drammaticità.
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