Ieri il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato le truppe impegnate nella difesa delle Alture del Golan e proprio mentre era ancora intento a discutere con gli ufficiali l’ennesimo colpo di mortaio sparato dall’esercito siriano è caduto in territorio israeliano.
Una provocazione alla quale l’IDF ha risposto con immediatezza ed efficacia distruggendo la postazione di artiglieria siriana dalla quale era partito il colpo.
Quello di ieri è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti che hanno coinvolto il Golan negli ultimi giorni, incidenti che in molti pensano siano vere e proprie provocazioni da parte dell’esercito siriano e dei loro alleati iraniani e di Hezbollah.
Parlando alle truppe impegnate nella difesa del Golan il Premier Netanyahu ha detto che «Israele ha il pieno controllo della situazione e sappiamo esattamente cosa sta accadendo al di la del confine. La nostra linea è chiara: non interferiamo nel conflitto in Siria, ma siamo determinati a rispondere con fermezza e con forza a qualsiasi violazione del nostro territorio».
Appena mezzora dopo aver proferito queste parole è arrivato l’ennesimo colpo di artiglieria in territorio israeliano al quale, come detto, l’IDF ha fatto seguire l’immediata ritorsione. «Chi ci attacca deve sapere che noi lo attaccheremo. Questa è la nostra politica e noi ci atterremo ad essa» ha detto Netanyahu alla fine del suo breve discorso.
Da diversi giorni le autorità israeliane hanno regolamentato gli spostamenti dei civili lungo tutto il confine nord e hanno rafforzato le difese specialmente dopo le minacce arrivate dall’Iran e da Hezbollah.
Dall’inizio della settimana sono decine i colpi di artiglieria sparati dalla Siria e caduti in territorio israeliano in quella che sembra una escalation delle provocazioni raramente vista prima. Il fatto che un colpo sia stato sparato proprio durante la visita nel Premier Netanyahu nel Golan non fa altro che rafforzare l’idea che ci si trovi di fronte a un crescendo delle provocazioni molto pericoloso.