Lo scorso 12 e 13 giugno 2011 gli italiani sono stati chiamati a decidere, attraverso un referendum abrogativo, se abolire o meno le norme che permettevano la produzione di energia elettrica attraverso l’uso del nucleare. Il rifiuto del nucleare è stato schiacciante.

Premesso questo, si suppone che le centrali nucleari presenti sul territorio italiano vengano smantellate o, quantomeno, che non vengano spesi soldi per la loro ristrutturazione dato che, per decisione schiacciante del popolo italiano, sono praticamente inutili.

Invece non è così. Abbiamo scoperto che la SOGIN (Società Gestione Impianti Nucleari) che la società di Stato incaricata della bonifica ambientale dei siti nucleari italiani e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi provenienti dalle attività nucleari industriali, mediche e di ricerca, ha emesso un bado di gara per la demolizione dell’attuale camino e la realizzazione di un nuovo camino presso la centrale nucleare del Garigliano (CE). Importo presunto dei lavori: Euro 9.020.372,23.

Ora, la domanda che noi (forse ingenuamente) andiamo a fare è la seguente: a cosa serve un nuovo camino per una centrale nucleare che non sarà mai usata? Possiamo capire la demolizione di quello vecchio, in fondo è quello che la SOGIN dovrebbe fare. Ma perché un nuovo camino? Non sono soldi buttati al vento? E non sono spiccioli.

Vorremmo avere delucidazioni su questo che a noi sembra l’ennesimo sperpero di fondi pubblici in un momento in cui a causa della persistente crisi economica vengono effettuati tagli pesante che vanno ad incidere sull’assistenza alla popolazione, sulle pensioni e sui Diritti del Popolo Italiano.

Tamara Rinaldini