Pakistan: la strage degli studenti e la ipocrisia dell’islam moderato

16 Dicembre 2014

Siano qui a raccontare dell’ennesima strage dettata e organizzata dall’estremismo islamico che trova nei talebani (come nel ISIS) la sua massima interpretazione. Oggi un gruppo di talebani pakistani ha attaccato una scuola a Peshawar uccidendo (dati del momento) almeno 126 studenti tra i quali alcuni davvero piccoli.

Secondo quanto riferisce il Pakistan Today i feriti sarebbero almeno 84 ma l’attacco è ancora in corso e molti altri studenti sarebbero ancora nelle mani dei sequestratori. L’azione è stata rivendicata dai talebani pakistani.

Questa è la fredda cronaca dell’ennesimo atto criminale concepito nel nome di Allah, nel nome cioè di una religione, quella islamica, che avrà certamente anche la sua componente moderata, nessuno lo mette in dubbio, ma che non ha il coraggio di condannare apertamente questi atti disumani, questa volontà di riportare il mondo al Medio Evo.

Chi tace si rende complice di questi assassini, è ora di finirla con l’ipocrisia. Se è vero che c’è un mondo musulmano moderato e rispettoso del Diritto è arrivato il momento che questo mondo venga fuori e che combatta apertamente l’estremismo. Diversamente siamo solo nel campo della ipocrisia, della peggiore ipocrisia, quella di chi a parola condanna queste stragi ma nei fatti le approva. E su tutto questo non mancano le colpe dell’occidente che continua a chiudere gli occhi sia di fronte a queste stragi che al silenzio del cosiddetto “islam moderato”.

Inutile dare il Premio Nobel per la pace a Malala, un premio più che meritato, se non comprendiamo l’insegnamento che quella giovanissima bambina ci ha dato. Quell’insegnamento non serve a noi occidentali (o forse si) ma serve soprattutto a tutti quei fedeli musulmani che non si riconoscono nelle idee dei talebani o dello Stato Islamico. O decidono loro di fare chiarezza (e pulizia) al loro interno oppure si schierano apertamente con questi assassini, ma almeno sapremo con chi abbiamo a che fare. Di ipocrisia ne abbiamo abbastanza.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Carlotta Visentin

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