Di Seth J. Frantzman – L’Iran ha cercato di potenziare la Jihad islamica palestinese in Cisgiordania per creare maggiori tensioni con Israele avvicinandosi a Gerusalemme e nel contempo trarne benefici nella regione attraverso le iniziative diplomatiche in vari Paesi.
Nell’ultimo anno, ha cercato sempre più di fornire armi alle organizzazioni terroristiche in Cisgiordania e spera che il gruppo della Jihad Islamica Palestinese (PIJ) possa ritagliarsi una zona di controllo che minacci Israele.
Le attività dei gruppi sostenuti dall’Iran, come PIJ e Hamas, sono vantaggiose per l’Iran perché danno a Teheran un modo per aumentare la sua “unità” di fronti contro Israele.
Ciò significa che può aggiungere Jenin ad altre aree, come Gaza, il Libano meridionale e la zona di confine del Golan, dove l’Iran svolge attività e sostiene minacce.
Nella visione a lungo termine, Teheran potrebbe credere di poter creare a Jenin condizioni simili a quelle che ha creato nel Libano meridionale e poi a Gaza negli anni ’90 e nei primi anni 2000. Per ora Teheran e Hezbollah sembrano monitorare la situazione.
L’unificazione dei fronti, un concetto che l’Iran ha menzionato negli ultimi mesi, è un modo in cui l’Iran trae vantaggio. Ciò significa riunire le minacce di Hamas, Hezbollah, PIJ e altri in vari luoghi. Tuttavia, se i suoi tentacoli in Cisgiordania vengono ridotti, potrebbe perdere uno di questi fronti. In ogni caso, l’Iran probabilmente calcola che il beneficio valga il rischio.
Ad esempio, l’obiettivo è quello di insediarsi tra i civili e aumentare il rischio per le operazioni israeliane. Ciò significa anche che l’Iran può far leva su questo per scopi diplomatici. L’Iran gestisce una rete diplomatica nel Golfo e spera che queste tensioni possano danneggiare i legami di Israele con il Golfo. L’Iran lo dice apertamente, e articoli recenti suggeriscono che spera di poter unire i Paesi musulmani contro Israele.
L’Iran cerca di utilizzare nuove tattiche
Dopo aver visto per anni droni e missili abbattuti dalle difese israeliane, l’Iran ha cercato di far utilizzare alle sue forze per procura, come la PIJ, ordigni esplosivi. La prefigurazione di ciò si è avuta a marzo con un incidente nei pressi dello svincolo di Megiddo.
Nei propri media, l’Iran è stato un po’ circospetto sull’operazione di Jenin. L’Iran non si sta ancora vantando. Sta monitorando l’operazione israeliana e questo potrebbe far pensare che sia stato colto di sorpresa. I proxy iraniani della Jihad islamica vogliono chiaramente affermare di non essere stati colti di sorpresa e i media iraniani pro-regime come Tasnim li supportano in questo.
L’Iran ha anche visto come la Jihad islamica sia generalmente isolata. Israele ha lanciato Shield and Arrow a maggio contro la PIJ a Gaza senza che però Hamas intervenisse. L’Iran ha spesso cercato di dettare il ritmo delle minacce a Israele senza per ora riuscirci.
Tuttavia si può pensare anche che l’Iran intenda muoversi lentamente, come fa di solito nella regione. Ciò significa una combinazione della strategia iraniana a forma di piovra in tutta la regione, con una sorta di tentativo di circondare Israele con le sue minacce.
L’Iran combina tutto ciò con i suoi successi diplomatici nelle relazioni con l’Arabia Saudita, con l’avvicinamento all’Egitto e al Golfo, nonché con i suoi legami strategici con la Russia e con la Cina. L’Iran si vanta apertamente di questi legami. Ecco perché deve soppesare i suoi legami diplomatici con la sua risposta a quanto sta accadendo a Jenin.
Nel frattempo Hezbollah, libero da vincoli diplomatici, ha minacciato Israele sulla scia dell’operazione di Jenin, affermando nel notiziario iraniano Tasnim News che Israele “si pentirà” dell’operazione. L’Iran vuole sottolineare, attraverso i suoi media e altri media filo-iraniani come Al-Mayadeen, che Israele è stato condannato nella regione e che Jenin continuerà a “resistere” e a essere un “grattacapo” per Israele. Mentre i media filo-iraniani possono sottolineare le possibilità che questa operazione possa “infiammare” Gaza, l’altro contesto è che l’Iran sta monitorando.
L’Iran ha la motivazione di creare una crisi in Cisgiordania. Cerca di portare armi e denaro per sostenere la Jihad islamica. La Guida Suprema dell’Iran ha recentemente ospitato a Teheran i leader della Jihad islamica. Il contesto, quindi, è che l’Iran conosce molto bene la situazione attuale. Cerca di far percolare lentamente la Jihad islamica per creare tensioni.
Allo stesso tempo, vede dei vantaggi nella regione, utilizzando un gruppo per procura relativamente piccolo per creare cicli praticamente mensili di conflitto di basso livello con Israele. Poi misura questo conflitto per vedere se è vantaggioso. Il regime iraniano sostiene di trarne beneficio. Vorrebbe spostare l’attenzione di Israele più vicino alla Cisgiordania, e quindi lontano dalla regione in generale.
In sostanza, l’Iran vorrebbe riportare indietro le lancette dell’orologio all’anno 2000, all’incirca all’epoca della Seconda Intifada, quando Israele aveva lasciato il Libano e l’Iran stava per mettere Hezbollah sotto steroidi. L’Iran ne ha approfittato per portare alla guerra del 2006 e il ritiro di Israele da Gaza ha portato al conflitto del 2008-2009 a Gaza. L’Iran ha poi cercato di mettere sotto steroidi anche Hamas con tecnologia missilistica e altro supporto.
Ora l’Iran potrebbe pensare di avere una ricetta simile per la Cisgiordania. [Jerusalem Post]
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