Si trattengano i maniaci della battuta, di destra e di sinistra, non intendiamo formulare la fatidica frase “..e i Marò?” posta a corollario di ogni discussione di politica estera su qualsiasi social media o forum. No, intendiamo porre un quesito serio sul perché la tragica morte di un povero ricercatore venga così vergognosamente strumentalizzata politicamente dalla estrema sinistra mentre su un caso che diplomaticamente è addirittura peggiore, come quello appunto dei Marò, c’è un silenzio che sfiora il vergognoso.
Perché parliamo di “strumentalizzazione politica” da parte della estrema sinistra della morte di Giulio Regeni? Semplice, perché se il povero Giulio fosse morto in Venezuela, a Cuba o addirittura in quell’isola che non c’è chiamata Palestina nessuno avrebbe chiesto al Governo Italiano il ritiro dell’ambasciatore e la rottura di ogni rapporto commerciale e diplomatico. Avete forse sentito qualcuno lamentarsi quando Hamas ha liberato gli assassini di Vittorio Arrigoni? Avete sentito qualcuno a sinistra che per questo abbia chiesto di interrompere le generose donazioni ai palestinesi? No. E avete per caso mai sentito qualcuno a sinistra protestare per le torture quotidiane che i detenuti italiani subiscono in Venezuela? No eh? E perché dovrebbero? In Venezuela c’è un certo Maduro, un assassino in giacca e cravatta successore di quel Ugo Chavez che sebbene abbia messo in ginocchio il Venezuela trasformandolo in una dittatura comunista amica di ogni terrorista del mondo viene ancora oggi idolatrato dalla sinistra de noantri italiana. Ma in Egitto c’è un certo Al Sisi, nemico giurato dei Fratelli Musulmani e del terrorismo islamico, mica c’è Maduro o Kaled Meshaal, mica c’è Hezbollah in Egitto. Che cavolo, è insopportabile questa cosa . E allora giù tutti a chiedere la fine dei rapporti tra Italia ed Egitto, avanti a tutta birra a raccontare di come l’Italia venga umiliata e presa in giro dagli egiziani, che magari è pure vero, così come è vero che molto più che con Regeni e con l’Egitto l’Italia venga presa in giro e umiliata dall’India con il caso dei due Marò. Però di questo stranamente nessuno ne parla anche se proprio oggi il Tribunale Internazionale dovrà prendere decisioni importanti in merito alla giurisdizione del caso e nonostante il fatto che più si va avanti e più emergono con chiarezza tutte le porcate fatte dall’India nei confronti dei due Marò e dell’Italia.
Ecco, il punto è proprio questo: del povero Regeni e di come è morto non frega nulla a nessuno, il vero obiettivo è danneggiare Al Sisi ad ogni costo. Non è l’onore dell’Italia buttato ampiamente al vento con il caso dei Marò senza che nessuno si indignasse per questo. Non è nemmeno la ricerca della giustizia perché sin dal primo momento per certi “giornalisti” i colpevoli erano i servizi segreti egiziani e quindi Al Sisi e ogni altra ipotesi è una menzogna. Tutti investigatori questi giornalisti. Che poi l’Egitto ci abbia messo del suo è fuori discussione, ma da qui a risolvere il caso da dietro la tastiera di un computer ce ne passa. Come è assurdo non considerare la situazione che sta vivendo l’Egitto e il lavoro che Regeni stava facendo in quel contesto, un operato ancora tutto da chiarire, senza guardare tutto quello stesso contesto quanto meno come una concausa.
Non c’è nessuna giustificazione all’atteggiamento dell’Egitto nei confronti dell’Italia, così come non c’è nulla che possa giustificare la tortura e il brutale omicidio di un giovane ragazzo italiano, ma per favore, la si smetta di strumentalizzare politicamente il caso Regeni perché poi la fatidica domanda “…e i Marò?” sorge davvero spontanea.
Scritto da Sonia M.