No, il titolo non è fuorviante. Il Qatar ha un piano per ricostruire Gaza ma per attuarlo ha bisogno dell’aiuto di Israele. A dirlo è Muhammad al-Amadi, cioè l’inviato speciale del Qatar per la Striscia di Gaza che per la prima volta nella storia parla con la stampa israeliana.

Muhammad al-Amadi parla dei suoi “eccellenti” rapporti con Israele. «Sono in contatto con alti funzionari israeliani e con le agenzie israeliane e devo dire che i rapporti sono ottimi» ha detto al-Amadi parlando alla stampa israeliana facendo il nome, tra gli altri, del Gen. Yoav Mordechai (capo del COGAT).

Nella inconsueta chiacchierata con i giornalisti israeliani Muhammad al-Amadi parla di tante cose oltre ai buoni rapporti con Israele. In particolare snocciola la questione della ricostruzione di Gaza, delle difficoltà incontrate, degli interventi del Qatar, del nuovo quartiere appena costruito per le famiglie che hanno perso la casa durante l’ultima guerra e delle prospettive future. Proprio durante la cerimonia per il nuovo quartiere di Gaza City Muhammad al-Amadi ha annunciato lo stanziamento di 100 milioni di dollari da parte del Qatar, destinato a risolvere l’endemica crisi elettrica della Striscia di Gaza. «Il denaro verrà utilizzato per risolvere il problema dell’energia elettrica a Gaza, per la costruzione di un ospedale a Rafah, per il ripristino delle strade e per favorire lo sviluppo» ha detto Muhammad al-Amadi al Times of Israel.

In merito alla questione dell’energia l’alto funzionario del Qatar ha detto che per risolverlo è stato istituito un comitato “non politico” composta da tecnici provenienti da Gaza, dalle Nazioni Unite e dalla UNRWA. Poi incredibilmente loda Israele che aiuta i “vicini di casa” e accusa l’Autorità Nazionale Palestinese di impedire la ricostruzione di Gaza. «Questo è un problema molto serio. Gli israeliani lo capiscono e stanno aiutando, ma ci sono altre parti che non sono vale a dire l’Autorità Nazionale Palestinese». Entrando nello specifico della questione energetica l’alto funzionario del Qatar dice che c’è un piano in tre fasi, la prima che prevede la soluzione del pagamento del carburante per far funzionare la centrale elettrica di Gaza (Hamas e la ANP si rimpallano la responsabilità), la seconda fase prevede un accordo con Israele (con cui si sta parlando) per la costruzione di una linea elettrica tra Israele e la Striscia di Gaza per “aiutare” la centrale di Gaza, mentre la terza fase (più a lungo termine) prevede la fornitura di gas alla Striscia di Gaza in modo da risolvere il problema della centrale di e altri problemi, un proposta questa di cui avevamo già parlato nel 2015.

Sarebbe tutto molto bello, come è bello che per la prima volta un alto esponente del Qatar parli con la stampa israeliana per di più difendendo l’operato di Israele. Peccato che a Gaza ci sia Hamas, che ci sia la UNRWA e che, se non bastasse, a Ramallah c’è la ANP. Prendiamoci le lodi del Qatar ma per tutto il resto vediamo come va a finire.

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