Pioggia di Milioni dalla UE alla Palestina. Così si finanzia il terrorismo

3 Marzo 2016

Ieri la Commissione Europea ha autorizzato il trasferimento della prima rata di aiuti alla Palestina per un equivalente di 252,5 milioni di Euro, denaro che a detta della Mogherini andrà «a sostenere la vita quotidiana dei palestinesi in particolare nei campi della istruzione e della sanità».

Secondo il capo della diplomazia europea questo primo pacchetto di aiuti «rappresenta un notevole impulso per il miglioramento della vita dei palestinesi» il che potrebbe essere pure vero se qualcuno controllasse che veramente questo fiume di denaro a fondo perduto finisse veramente a beneficio dei palestinesi e venisse impiegato per il miglioramento della loro vita. In realtà è lo stesso discorso che alla UE fanno ogni volta che regalano soldi dei contribuenti europei ai boss mafiosi palestinesi senza che ci sia uno straccio di controllo sull’utilizzo di questi fondi. Ancora alla UE devono capire che fine abbiano fatto i miliardi di dollari donati alla Palestina e letteralmente spariti nel nulla senza che siano mai stati usati per progetti di sviluppo, che non appena possibile elargiscono di nuovo fondi a pioggia i quali come in passato finiranno per rimpinguare i conti correnti dei boss mafiosi palestinesi invece che essere impiegati in progetti umanitari o di sviluppo. Anzi, il rischio più serio e concreto è che quei soldi finiscano in parte per finanziare direttamente o indirettamente il terrorismo palestinese anche con rimborsi mensili alle famiglie dei terroristi palestinesi che compiono attentati in Israele.

Questi dubbi li avevamo già sollevati in passato con una richiesta di chiarimento inviata alla Commissione Europea la quale ci aveva risposto senza però chiarire alcuni punti fondamentali spiegandoci solo quello che già sapevamo, cioè che il denaro a supporto della Autorità Nazionale Palestinese viene veicolato attraverso PEGASE che però, a quanto sembra, non si cura di verificare il loro utilizzo. Parte di quel denaro (82 milioni di euro) andrà anche alla UNRWA in teoria per essere impiegato nel sistema scolastico palestinese il quale però è diventato letteralmente una fucina di martiri essendo impostato quasi unicamente sulla istigazione all’odio anti-ebraico/anti-israeliano basato su una massa impressionante di menzogne storiche.

Da parte europea si vuol far passare l’idea che quel fiume di denaro servirà a migliorare le condizioni dei palestinesi, a creare uno Stato palestinese e a incentivare la pace con Israele, quando invece servono all’esatto contrario, prima di tutto perché sono come sempre soldi elargiti a fondo perduto, senza cioè obbligo di restituzione, e questo spinge la leadership palestinese a guardarsi bene dal creare uno Stato indipendente che quel denaro lo dovrebbe invece restituire. In secondo luogo la mancanza totale di controllo sulla destinazione finale di quei fondi permette ai boss mafiosi palestinesi di continuare imperterriti a gestire i soldi degli aiuti a loro piacimento intascandone una buona parte e dirottando il resto al sostegno della lotta armata e non della pace con Israele.

Sostanzialmente la UE finanzia tutto meno che lo sviluppo palestinese e la pace. E’ sbagliato quindi affermare che con questa ulteriore elargizione di denaro ai boss palestinesi la UE finanzia il terrorismo e non la pace? Noi pensiamo di no e per questo sin dai prossimi giorni torneremo a chiedere conto alla Commissione Europea sull’utilizzo di quei soldi, che è denaro del contribuente europeo, chiedendo anche come mai mentre gli Stati Uniti tagliano gli aiuti ai palestinesi per l’incitamento alla violenza perpetrato dai loro leader e persino i Paesi arabi diminuiscono drasticamente gli aiuti alla Palestina, l’Unione Europea li aumenta. Qualcuno ce lo dovrà pur spiegare.

Scritto da Maurizia De Groot Vos

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