C’è molta discussione in seno al Consiglio di Difesa israeliano in merito al futuro di Gaza e ai colloqui per il cessate il fuoco con Hamas, tanto che ieri il Premier Netanyahu ha dovuto rinviare diverse volte la riunione prevista con i Ministri. Tuttavia c’è da dire che una cosa unisce tutte le proposte, da quella più dura a quella più tenera, Hamas non è previsto.

Ne fa un riassunto molto preciso Ynet il quale ci spiega il diverso approccio dei vari Ministri al problema, così andiamo da quello piuttosto tenero di Tzipi Livni che prevede ampie concessioni ai palestinesi a quello durissimo di Avigdor Lieberman che non intende fare alcuna concessione fino a quando a Gaza ci sarà Hamas e comunque prima di interrompere le azioni militari pretende la restituzione dei corpi del tenente Hadar Goldin e del sergente Oron Shaul.

Come detto, il comun denominatore è la “non presenza” di Hamas. Ogni piano proposto dai vari Ministri prevede che Hamas non rientri in alcuna trattativa anche se, bisogna ammetterlo, i piani più “teneri” forniscono effettivamente un sistema di sopravvivenza ai terroristi islamici che tengono in ostaggio la Striscia di Gaza. Pensiamo in particolare al piano della Livni che fornisce una sponda ad Hamas attraverso la ANP, almeno a livello politico.

Un fatto è certo, le indiscrezioni uscite ieri sulle trattative in corso al Cairo hanno fatto arrabbiare e indignare parecchia gente in Israele. Non si è mai visto chi perde una guerra dettare le condizioni e chi la vince accettarle quasi tutte. Per questo motivo Netanyahu è stato costretto a rinviare più volte il Consiglio di Difesa. In particolare ha destato incredulità e profondo sdegno l’ipotesi di consentire il pagamento degli stipendi degli uomini di Hamas.

Intanto, salvo prolungamenti, questa sera alle 20 (ora di Gerusalemme) scade la tregua umanitaria e si prevede che come sempre Hamas inizierà di nuovo a lanciare missili su Israele. Il Consiglio di Difesa israeliano dovrebbe aver luogo questa mattina, ma viste le divisioni nessuno è in grado di dire quando avverrà. Il Governo israeliano non può non tenere conto dell’asse moderato creatosi all’interno del mondo arabo (Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti e il tacito consenso dell’Arabia Saudita) che preme per una veloce soluzione, ma allo stesso tempo non può permettersi di resuscitare Hamas. Certamente la situazione è molto complessa e la difficoltà a trovare un accordo in casa israeliana ne è la prova lampante.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Sarah F.

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